Rogo di Primavalle, Achille Lollo interrogato in Procura a Roma

Achille Lollo

A 38 anni di distanza si riaccende la speranza di far luce sulla morte dei fratelli Stefano e Virgilio Mattei, uccisi a Roma nel rogo di Primavalle: Achille Lollo, ex leader di Potere Operaio, condannato a 18 anni proprio per il duplice delitto, ma con la pena prescritta, potrebbe dire la sua verità ai magistrati di piazzale Clodio.

E’ andato in procura a Roma per essere sentito dal pubblico Luca Tescaroli con l’assistenza dell’avvocato Tommaso Mancini. Da sei anni la Procura di Roma ha tentato con rogatorie internazionali di ascoltarlo, ma senza successo poiché si era rifugiato in Brasile, dopo aver rilasciato un’intervista al Corriere della Sera chiamando in causa per il rogo tre persone mai entrate prima nelle indagini: Paolo Gaeta, Elisabetta Lecco e Diana Perrone. Tre persone che per quasi 40 anni hanno vissuto una vita normale; famiglie della Roma bene. Nell’aprile del ’73 le indagini, affidate al sostituto procuratore Domenico Sica, si indirizzarono subito verso i ‘duri’ di Potere Operaio. Il 7 maggio il pm, chiuse l’inchiesta individuando in Lollo, Marino Clavo e Manlio Grillo gli assassini. Il processo in Corte d’ Assise si concluse il 15 giugno 1975 con l’assoluzione per insufficienza di prove. Lollo, Clavo e Grillo, liberi, subito si trasferirono all’ estero: il primo in Angola dove rimase dieci anni; Grillo in Svezia e poi in Nicaragua. Il 30 giugno 1981 la Corte d’ Assise d’ appello dichiarò nullo il processo, ma il 28 maggio 1984 la Suprema Corte di Cassazione stabili’ che il processo di primo grado era valido: annullò  la sentenza dell’81 e ordino’ un nuovo processo che si svolse nel dicembre del 1986 davanti alla seconda Corte d’ Assise d’ Appello.

Si concluse con la condanna dei tre a 18 anni per omicidio preterintenzionale e incendio colposo.Condanna divenuta definitiva il 13 ottobre 1987. Per circa sei anni della vicenda non si parlò più, poi il 20 febbraio 1993 Lollo fu arrestato in Brasile, dove viveva legalmente dal 1987. Ai giudici del Supremo Tribunale Federale brasiliano, 4 mesi più tardi, parlerà di una ”persecuzione personale” da parte di Domenico Sica. Il Supremo Tribunale all’ unanimità respinse la richiesta di estradizione considerando le ”caratteristiche politiche” del crimine e il fatto che due suoi figli erano nati in Brasile. Per undici anni sulla vicenda cadde il silenzio, fino a quando l’otto marzo 2004 un esponente di An scoprì che Lollo era iscritto nella lista degli elettori del ministero dell’ Interno per le elezioni dei Comites (le comunita’ italiane elette direttamente dagli italiani residenti all’estero) nonostante fosse latitante.

Il 10 marzo 2004 Lollo in un’ intervista al Corriere, precisò di aver ricevuto il certificato elettorale e di essere andato al consolato a firmare per ‘Viva l’Italia’, una lista di candidati che faceva riferimento all’ Ulivo”. Sentendosi perseguitato, annunciò rivelazioni: un anno dopo, in una nuova intervista al Corriere coinvolse Gaeta, Lecco e Perrone, mentre la sua pena cadeva in proscrizione. Lunedi’ Lollo potrà far riscrivere la storia del rogo di Primavalle, anche se Manlio Grillo lo ha sempre smentito.

E’ arrivato negli uffici della Procura di Roma di piazza Adriana per essere interrogato dal pm Luca Tescaroli, Achille Lollo, l’ex esponente di Potere Operaio, condannato a 18 anni di reclusione, pena prescritta, per la morte dei fratelli Stefano e Virgilio Mattei, ucciso nel rogo di Primavalle del 16 aprile del 1973.

Lollo, accompagnato dall’avvocato Tommaso Mancini, fu condannato insieme a Manlio Grillo e Marino Clavo. L’interesse degli inquirenti della capitale ad ascoltare Lollo e’ legato ad un’intervista che l’uomo rilascio’ alcuni anni fa in cui, parlando della morte dei fratelli Mattei, tiro’ in ballo anche altre tre persone: Elisabetta Lecco, Diana Perrone e Paolo Gaeta. Lollo oggi potrebbe anche non rispondere avvalendosi della facolta’ in quanto coinvolto in un procedimento connesso.

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