Roma. “Festa delle donne, dipendenti possono uscire prima”: denuncia per abuso

Roma. "Festa delle donne, dipendenti possono uscire prima": denuncia per abuso
Roma. “Festa delle donne, dipendenti possono uscire prima”: denuncia per abuso

ROMA – “E’ la festa delle donne, potete uscire in anticipo”. Questa la circolare con cui Giuliano Valentini, ex direttore del Tribunale militare di Roma, permise alle dipendenti donne di prendere mezza giornata libera nel 2010 e nel 2011 in occasione della festa delle donne. Valentini, ora in pensione, è stato denunciato per abuso d’ufficio, mentre le dipendenti che hanno beneficiato del permesso rischiano di dover recuperare le ore o subire una decurtazione dello stipendio.

Michela Allegri sul Messaggero scrive:

“Pensava forse di fare una gentilezza e di agire con galanteria quando, in occasione della Festa della Donna, ha permesso a tutte le dipendenti della cancelleria del Tribunale Militare di Roma, di cui era direttore, di prendere mezza giornata libera. E invece, Giuliano Valentini è stato prima richiamato, poi controllato e, infine, denunciato dopo essere andato in pensione”.

A denunciare l’accaduto a piazzale Clodio lo scorso 8 settembre l’attuale dirigente della cancelleria:

“In particolare, gli accertamenti si sono focalizzati sulla «presenza in servizio e orario di lavoro del personale di sesso femminile nelle giornate della Festa della Donna del 2010 e del 2011» come si legge nella nota approdata in Procura. A quanto sembra, per due volte, l’8 marzo Valentini avrebbe emanato la seguente circolare: «In occasione della festa l’ufficio dispone l’uscita anticipata per l’ora di pranzo di tutte le signore presenti».

Dalle verifiche, in effetti, sembra essere emerso un intoppo: il problema è che non sarebbe possibile attribuire all’autorizzazione festiva la valenza di «permesso per motivi di servizio» poichè l’assenza delle cancelliere non sarebbe connessa a questioni inerenti l’ufficio”.

Il permesso concesso è ritenuto “personale” e ora ci saranno provvedimenti anche per le donne che ne hanno beneficiato:

“«Di conseguenza, si tratta di un permesso personale che, quindi, deve trovare una copertura oraria o nell’eccedenza della banca ore o nel recupero orario successivo» prosegue la nota. Le dipendenti in questione, insomma, risultano aver prestato un servizio quantitativamente inferiore rispetto a quello dei colleghi uomini e, pur non avendo mai recuperato le ore perse con straordinari, avrebbero comunque ottenuto a fine mese uno stipendio completo.

«A carico di ciascuna impiegata risulta quindi un debito» si legge nell’atto. Un debito che dovrà essere recuperato aggiungendo ore di lavoro, oppure togliendo soldi dalla prossima busta paga delle signore”.

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