ROMA – A vigilare sugli appalti di Roma ci sarà un supermagistrato che fornirà la certificazione di legalità ad ogni atto della giunta Marino dopo il terremoto dell’inchiesta cosiddetta di “Mafia Capitale”. Alfonso Sabella, già nel pool antimafia a Palermo di Giancarlo Caselli, avrà proprio la delega agli appalti. Una nomina fortemente voluta da Marino che ha avuto anche il via libera dal Csm.
“Sentivo la necessità di una figura di straordinaria professionalità nel settore del contrasto alla criminalità”, spiega il primo cittadino dopo aver incontrato il vicepresidente del Consiglio superiore della Magistratura per parlare dell’incarico nella nuova giunta a Sabella. Sabella, il primo e il fondamentale tassello del rimpasto, dovrebbe arrivare nella giunta Marino subito, con i necessari tempi tecnici, ovviamente. I
l resto delle modifiche – si parla per lo più di un cambio di deleghe accompagnato da qualche ingresso esterno – probabilmente sarà successivo, nelle prossime settimane. Di certo il chirurgo-dem per il suo ‘trapianto di legalità‘ si sta muovendo con i piedi di piombo, anche perché le indagini sul Mondo di Mezzo ancora non sono chiuse e hanno segnato due nuovi arresti. E in mattinata arriva anche la rinuncia del primo cittadino alla scorta “ai politici serve solo per l’auto” dice in sostanza.
All’indomani della assemblea per rilanciare il Pd di Roma dalle periferie, al fianco del neo commissario Matteo Orfini, Marino parla anche del suo rapporto precedente con l’Aula Giulio Cesare e con alcune aree del partito. “E’ evidente che negli ultimi mesi, per vari motivi – forse anche per una conflittualità da parte di alcuni nei miei confronti – il lavoro dell’Assemblea capitolina era stato piuttosto lento. Ora vedo lavorare la nuova presidente donna e la presidente vicario donna con l’efficienza e la praticità tipica delle donne”.
E ancora: “Io non nutro risentimenti né timori. Da quando vinsi le primarie nel 2013 e ho avuto l’onore dal Pd di correre per la carica di sindaco, per me le divisioni erano terminate, c’era una sola squadra. Per altri, lo avete letto sui giornali, c’erano tante squadre, tante correnti, tante divisioni. Alcuni dicevano ‘Marino deve obbedire al partito, a questa o a quella correnti’. Ma io penso di dover obbedire alle romane e ai romani”.