Roma, i tunnel dell’ospedale Forlanini tra rifiuti, tossici e prostitute

L'ospedale Forlanini

ROMA – Rifiuti, bottiglie e bicchieri, sedie e scrivanie: nei tunnel interrati dell’ospedale Forlanini di Roma si trova di tutto. Del resto questi passaggi sotterranei che di giorno vengono usati dagli infermieri per trasportare i pazienti sulle lettighe, di notte sono abbandonati a chi li vuole, per lo più tossicodipendenti e prostitute, scrive il Corriere della Sera.

Secondo una legge del 2007 questo ospedale avrebbe dovuto chiudere per il piano di rientro del deficit della sanità della Regione Lazio. Ma così non è stato.

E ora quei cunicoli pieni di spazzatura di notte ospitano senzatetto e alcuni tossicodipendenti che frequentano il vicino Sert. Ci sono stati anche casi di aggressioni agli infermieri, scrive il Corriere della Sera.

“E non è tutto, ha detto al Corriere il consigliere regionale del Pd, Enzo Foschi, che ha immediatamente preparato un’interrogazione urgente al commissario ad acta. Da quanto mi hanno riferito, lì sotto di notte “esercitano” anche le prostitute. Ed è una cosa intollerabile tra le mura di un ospedale, per quanto in dismissione”.

Anche perché, appunto, di giorno questi tunnel sono attraversati dai malati, che si ritrovano in un ambiente con rifiuti, puzza, sporcizia, infissi rotti. Anche intorno all’ospedale, in quelli che un tempo erano i giardini del Forlanini, ora ci sono prati invasi dalle sterpaglie e dall’immondizia. E tutto questo nonostante per la manutenzione dell’ospedale si spendano venti milioni l’anno.

“Siamo consapevoli che i cunicoli vengono utilizzati da chi purtroppo vive ai limiti della dignità umana. E ci stiamo muovendo su più fronti, ha assicurato al Corriere della Sera il direttore generale del San Camillo, Aldo Morrone, che già un anno fa li aveva fatti ripulire. Stiamo programmando lo spostamento dei reparti ancora attivi, istituendo una task force per il controllo e creando un progetto di recupero per queste persone. Ma le risorse a disposizione sono limitate e il problema è delicato”.

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