Rosaria Patrone a Barbara D’Urso: “Giosuè Ruotolo innocente”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Gennaio 2016 - 12:17 OLTRE 6 MESI FA
Rosaria Patrone a Barbara D'Urso: "Giosuè Ruotolo innocente"

Rosaria Patrone a Barbara D’Urso: “Giosuè Ruotolo innocente”

PORDENONE – Maria Rosaria Patrone ha scritto una lettera a Barbara D’Urso per professare l’innocenza del fidanzato Giosuè Ruotolo, indagato per l’omicidio di Trifone Ragone e Teresa Costanza a Pordenone. La Patrone dice a Pomeriggio Cinque che il fidanzato è innocente e che l’inchiesta l’ha isolata: “Non ho più amici, tutti mi evitano. Voglio solo essere lasciata in pace”.

Il Gazzettino nell’edizione di Pordenone scrive che l’inchiesta per l’omicidio di Ragone e Costanza prosegue e che Ruotolo risulta l’unico indagato. Il movente, secondo gli investigatori che stanno analizzando i computer e le tracce lasciate dai telefonini, sarebbe da cercare in una rete di “diaboliche gelosie“:

“La giovane studentessa di Giurisprudenza parla di «un’orribile vicenda accaduta a mille chilometri di distanza», definendosi «una qualunque ragazza di 24 anni che fino a ieri viveva la sua vita in tranquillità, dedicandosi allo studio e alla famiglia. Oggi improvvisamente mi trovo catapultata in una vicenda più grande di me». Parla di «un incubo inspiegabile, colpita da accuse infamanti, di un brutto sogno (…).

Non ho più amici; quelli che avevo mi evitano con cura; le persone che incontro, anche sconosciuti, mi additano con morbosa curiosità facendomi sentire un mostro. Le mie foto mio malgrado sono ovunque. Sono stata condannata e giudicata già prima di entrare quale indagata. Chi mi ridarà la mia serenità, il mio anonimato, il mio essere una ragazza qualunque? Vedo che da più parti addirittura si meravigliano che non abbia ancora lasciato Giosuè: perché dovrei farlo? Cosa mi rimarrebbe? Se un giorno dovesse accadere sarà perché il nostro amore sarà finito e non certo perché oggi io possa avere dei dubbi. Sono certa della sua innocenza».

E mentre Rosaria scrive alla D’Urso, la Procura di Pordenone continua a lavorare per chiudere il cerchio delle indagini. Una mole immensa di documenti, di faldoni che fotografano mesi di paziente e minuziosa attività dei pm e dei carabinieri. Gli inquirenti ritengono interessanti per l’inchiesta le tracce di documenti cancellate dai computer e dai telefonini degli indagati.

In particolare alcune frasi recuperate dai messaggi cancellati dal computer da Giosuè Ruotolo, dopo il ritrovamento della pistola nel laghetto. E lunedì sarà affidata la perizia a un esperto per capire chi avesse accesso ai computer della caserma di Cordenons. Stanno poi cercando testimoni che potrebbero aver assistito alla lite nel novembre scorso in caserma tra Giosuè e Trifone. Magari qualcuno che non ha raccontato tutto agli inquirenti e la cui testimonianza potrebbe essere preziosa”.