Salerno-Reggio Calabria sotto Pasqua: un’ora e 12 minuti per fare 18 km

Salerno-Reggio Calabria sotto Pasqua: un'ora e 12 minuti per fare 18 km
Salerno-Reggio Calabria sotto Pasqua: un’ora e 12 minuti per fare 18 km (foro LaPresse)

SALERNO – Salerno Reggio-Calabria sotto le vacanze di Pasqua: un’ora e dodici minuti per fare 18 km. Ovvero velocità di crociera attorno ai 15 chilometri orari. E’ un vero e proprio viaggio della speranza quello che racconta per il Corriere della Sera Fabrizio Peronaci. Si è messo in automobile giovedì 2 aprile. Di giovedì santo, giornata da “bollino rosso” prima del week end di Pasqua.

Si è messo in movimento sull’autostrada dei cantieri infiniti che ora è anche chiusa in una tratta, quella tra Lagonegro Nord e Sibari perché un viadotto, l'”Italia” è crollato giù all’improvviso. Ci ha rimesso la vita un operaio, che ha fatto un volo di 80 metri col suo escavatore. Da quel momento in quella tratta ovviamente non si passa: si esce a Lagonegro e da lì è un dedalo di stradine fino a poter riprendere l’autostrada. E non è che vada meglio.

Il viaggio a passo di lumaca Peronaci lo racconta così. Un inizio brillante, senza problemi. Poi arriva la A3

Da Roma sud a Napoli sono bastate due ore e 5 minuti. Dall’innesto del raccordo a Salerno, 40 minuti. Da Pontecagnano a Sala Consilina, il paesone “sdraiato” sul fianco della montagna, una mezz’oretta. Sembra un sogno. Carreggiata sgombra, visibilità perfetta. Se va avanti così a Soverato (646 chilometri di solito percorribili in sei ore) ci si arriva a tempo di record. Macchè. È a Padula Buonabitacolo che squilla il primo allarme: «Mezzi pesanti uscita a Lagonegro Nord», dice un cartello.

Passa qualche chilometro e la faccenda si complica: «Mezzi pesanti uscita a Lauria Nord», rettifica il successivo. Addirittura? Due percorsi alternativi per i Tir? Quale inferno ci attende? Come scegliere il migliore? L’Anas non lo precisa. Ma non c’è tempo di mettersi nei panni dei camionisti: il blocco di Laino Borgo, al km 153, preannunciato dal “tappo” di auto ferme in attesa di uscire per evitare di volare nel vuoto come il povero carpentiere di Bucarest, è arrivato. Rallento. Controllo l’ora: le 13,20. Il tempo stimato dall’Anas per il fuori programma è 25 minuti. «Si saranno tenuti larghi», penso, auspico, spero. Pia illusione. Dall’A3 si finisce subito, a passo d’uomo, sulla provinciale 133. La “Taverna delle ghiande”, sulla destra, mette appetito, però la coda invita a resistere, per evitare di fare notte. «Mangiamo dopo, coraggio!».

Una volta usciti dall’autostrada va anche peggio:

La strada scende tra querceti, casolari, caprette. Tutti in colonna. Venti minuti per risalire i tornanti e attraversare il borgo di Laino. Svolta a destra, sempre al ritmo di lumaca. E qui giunge la più tipica e italica delle sorprese: chissà quale ineffabile ingegnere della viabilità calabrese, infatti, ha deciso che proprio il Giovedì dell’Angelo debba essere rifatto il manto stradale. Il mezzo per l’asfaltatura e una decina di operai (ma non saranno troppi?) restringono la carreggiata al minimo, una macchina alla volta, e chi ha fretta si rilassi, per non dir di peggio. Nuovo bivio e ulteriore saliscendi: la provinciale 134 ora si inerpica verso Laino Castello, ma il guaio sono un paio di curve a gomito. Un camion nella direzione opposta, scendendo, si è incastrato e non riesce a proseguire. Ore 13,59: il traffico adesso è proprio fermo, paralizzato, con l’unica consolazione della vista sul lussureggiante scenario del Parco naturale del Pollino.

Risultato: sull’autostrada il viaggiatore torna solo alle 14:32, dopo aver percorso 18 km in 72 minuti. Un fondista ben allenato ci avrebbe messo di meno. Per non parlare di un ciclista. Buona Pasqua.

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