Saman Abbas: l’ultimo messaggio al fidanzato, la lite coi genitori, lo zio che torna con lo zainetto (ma senza lei)

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Giugno 2021 - 07:52 OLTRE 6 MESI FA
Saman Abbas: l'ultimo messaggio al fidanzato, la lite coi genitori, lo zio che torna con lo zainetto (ma senza lei)

Saman Abbas: l’ultimo messaggio al fidanzato, la lite coi genitori, lo zio che torna con lo zainetto (ma senza lei) (Foto d’archivio Ansa)

Le ultime ore di Saman Abbas ricostruite anche grazie alla testimonianza del fratello minorenne. C’è l’ultimo messaggio al fidanzato, la lite coi genitori, la fuga da casa e lo zio che torna con lo zaino di lei (ma senza di lei).

Le parole del ragazzo vanno a sommarsi agli indizi filmati dalle telecamere. Sembra sempre più probabile l’ipotesi di una “vendetta” familiare contro la ragazza che si era ribellata al matrimonio consumato. E, soprattutto, emergono dettagli sulla difficile vita da adolescente in una famiglia dai precetti rigidi (almeno per i canoni occidentali).

Le ultime ore di Saman Abbas: dal messaggio al fidanzato allo zio con lo zaino di lei

L’ultimo messaggio al fidanzato, alle 23.30 del 30 aprile, con un telefono utilizzato di nascosto. Poi la lite furiosa con padre e madre, le urla e gli insulti. Il tentativo di fuga. La telefonata del padre: “Saman è scappata di nuovo”. L’intervento dello zio, descritto come un uomo violento, che dopo poco torna con lo zainetto di lei dandolo al padre, ma senza Saman: “Andate a casa, ora ci penso io”.

Sono queste, secondo quanto si è potuto ricostruire dal racconto del fratello minorenne della vittima e dalle telecamere, gli ultimi istanti di vita della diciottenne pachistana Saman Abbas, scomparsa da Novellara.

Ipotesi stragolamento per Saman

Per i carabinieri e la Procura di Reggio Emilia è stata assassinata, probabilmente strangolata, dallo zio. Su istigazione del papà e della mamma. L’omicidio sarebbe avvenuto la notte tra il 30 aprile e il primo maggio, vicino alla casa di Novellara, dove la famiglia viveva.

E dove la diciottenne non voleva più stare: si era opposta a un matrimonio combinato con un parente in patria e voleva andarsene. È sparita dal 30 aprile.

La famiglia di Saman è andata via dopo la scomparsa della ragazza

I genitori il giorno dopo fanno rientro in Pakistan con un biglietto comprato due giorni prima. Il 10 maggio lo zio, due cugini di Saman, anch’essi indagati, sono stati controllati in provincia di Imperia, insieme al fratello minorenne della vittima.

Il ragazzo è stato fermato e collocato in una comunità protetta e ha iniziato a fornire il suo racconto. Testimonianza cruciale, visto che accusa lo zio che gli avrebbe confessato il delitto. Uno dei cugini invece è stato fermato a Nimes, mentre andava da Parigi a Barcellona. Di lui si attende la consegna alle autorità italiane.

Gli altri sono ricercati. La Procura di Reggio Emilia contesta ai cinque parenti il sequestro di persona e l’omicidio aggravato dalla premeditazione e i futili motivi. La procuratrice Isabella Chiesi è ottimista sulle possibilità di rintracciare lo zio e l’altro cugino, ancora in Europa. Con il Pakistan, invece, non sono state attivate rogatorie.

È stato verificato che quanto raccontato dal padre in un’intervista nei giorni scorsi non è vero: Abbas aveva detto a un giornalista che Saman era in Belgio e stava bene. Proseguono intanto le ricerche e da domani a Novellara si utilizzerà anche un elettromagnetometro, un sofisticato strumento utile a rintracciare corpi sepolti.

Il video di tre persone con la pala

Le immagini del 29 aprile – estrapolate da una videocamera di sorveglianza – mostrano tre persone, poi identificate nello zio e nei due cugini di Saman, con pale, piede di porco e un secchio. È uno degli elementi che fa pensare fosse tutto programmato da alcuni giorni.

La ragazza aveva denunciato i genitori a novembre, rifiutando il progetto che avevano per lei. Era ancora minorenne ed era stata allontanata e protetta. L’11 aprile però è tornata per recuperare i documenti. Ma il 22 aprile si è rivolta ancora una volta ai carabinieri, per denunciare i genitori che non volevano darglieli.

Il 5 maggio i militari sono andati per perquisire la casa, ma Saman e genitori non c’erano. Hanno parlato con lo zio e con il fratello minore, prima della loro fuga. Poi hanno contattato il fidanzato della ragazza, che ha riferito di aver avuto l’ultimo contatto con Saman alle 23.30 del 30 aprile spiegando che fosse molto preoccupata. Tanto da dirgli che se non si fossero sentiti per due giorni avrebbe dovuto allertare le forze dell’ordine.

L’ultima sera di Saman

I fatti successivi sono raccontati dal fratello. Saman verso mezzanotte ha tentato di fuggire e ha avuto una violenta lite con i genitori. Hanno urlato, lei li ha insultati: “Dammi i documenti”, ha intimato la ragazza al padre. Lui le ha chiesto se voleva sposare qualcuno e lei ha detto che voleva solo andare via. Poi ha preso le sue cose ed è fuggita.

Il padre allora ha chiamato lo zio perché la riportasse a casa, anche contro la sua volontà. Lo zio è andato e tornato, dicendo che tutto era sistemato. Elementi che quadrano, sostanzialmente, con quanto ripreso dalle telecamere. “Abbiamo fatto un lavoro fatto bene”, le parole dello stesso zio in una chat, considerata quasi un’ammissione.