Il rapporto conflittuale della Lega con i simboli dell’Italia unita è cosa nota. Che un sindaco, seguito da tutto il gruppo del partito, abbandoni il consiglio comunale per protestare contro le strofe dell’Inno di Mameli, è solo l’ennesima forma di protesta fatta per creare un caso da parte degli uomini di Umberto Bossi.
È successo al comune di San Donà di Piave, in provincia di Venezia, dove la maggioranza di centrodestra si è spaccata su una mozione: prevedeva che, per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia, l’inno nazionale fosse suonato prima di ogni seduta del consiglio comunale. Ad appello già effettuato, in modo che nessuno potesse uscire. La proposta del Pdl ha raccolto anche i voti del Partito Democratico e del resto dell’opposizione. Dopo l’approvazione i consiglieri leghisti, in segno di protesta, hanno abbandonato l’aula, guidati dal sindaco, Francesca Zaccariotto, importante esponente del partito di Bossi in Veneto, e presidente della Provincia di Venezia.
La decisione sull’inno è solo l’ultima tra quelle che nei mesi scorsi avevano creato contrasti nella maggioranza tra l’ala Pdl e quella leghista, che era stata anche costretta a rinunciare all’organizzazione di Miss Padania nella cittadina.
* Scuola di giornalismo Luiss
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