SAVONA – Sette anni e otto mesi di reclusione, 190 mila euro di risarcimento alla vittima e alla madre, interdizione perpetua dai pubblici uffici e quindi interdizione perpetua a fini educativi. E’ la condanna inflitta dal tribunale di Savona, dopo circa due ore di camera di Consiglio, a don Luciano Massaferro, 46 anni, parroco di San Giovanni e San Vincenzo di Alassio, accusato di molestie sessuali nei confronti di una chierichetta di 12 anni.
Don Luciano Massaferro, 46 anni, era stato arrestato il 29 dicembre 2009 dalla squadra mobile della questura di Savona e dai colleghi del locale commissariato di polizia di Alassio che avevano indagato su almeno tre situazioni raccontate dalla vittima delle molestie subite da don Luciano. L’indagine era nata dopo la segnalazione dei medici del Gaslini di Genova, dove era stata ricoverata la bambina, all’epoca undicenne. L’attivita’ investigativa della squadra mobile della questura di Savona e’ durata un mese e mezzo.
Poi il clamoroso arresto e la detenzione prima a Chiavari e poi a Sanremo. Nel settembre 2010 il sacerdote aveva ottenuto i domiciliari e, dopo un periodo trascorso in un convento di Diano Castello, a gennaio aveva fatto ritorno nella canonica della parrocchia di Alassio, dove oggi ha atteso la sentenza. I legali di don Luciano, Mauro Ronco e Alessandro Chirivì hanno preannunciato che ricorreranno in appello dopo aver letto le motivazioni della sentenza.
Lui: “La verità verrà a galla”. ”La verità e la giustizia presto verranno a galla”. Sono le uniche parole espresse da don Luciano Massaferro, il prete condannato oggi a sette anni e otto mesi di reclusione dai giudici del tribunale di Savona per molestie su una sua chierichetta. Il prete ha atteso la lettura della sentenza nella sua abitazione di Alassio dove si trova agli arresti domiciliari e dove restera’ almeno fino al giudizio d’appello al quale presenteranno ricorso i suoi avvocati Mauro Ronco e Alessandro Chirivi’.
Stupore dei legali di Massaferro alla lettura della sentenza: ”Ci sembra una sentenza ingiusta perche’ non sussistono prove certe a carico del nostro assistito e per questo motivo ricorreremo in appello credendo che i giudici di un altro ufficio possano valutare piu’ serenamente la posizione del nostro assistito”. Stupiti anche i numerosi parrocchiani che oggi durante il rosario e la messa delle 17 celebrata da don Mauro Marchiano hanno pregato per lui. ‘E’ una sentenza davvero ingiusta – dice Rocchina Seripanni, una fedele di San Vincenzo – Io conosco don Luciano e non credo che abbia commesso quelle cose di cui ho letto sui giornali’.
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