ROMA -Tagli agli stipendi dei precari della scuola: a dicembre non saranno pagate le ferie maturate degli insegnanti. Circa mille euro in meno in busta paga, quasi uno stipendio in meno su cui poter contare. Migliaia di supplenti passeranno il Natale senza lo stipendio: è la denuncia dell’Anief, uno dei sindacati della Scuola, che si riferisce a docenti e Ata che hanno stipulato contratti con gli istituti per sostituire colleghi collocati in malattia o in aspettativa.
“L’ennesima ingiustizia per i supplenti”, secondo Marcello Pacifico, presidente dell’Anief. Tutto ebbe inizio con la legge sulla Spending review varata dal governo Monti, nel 2012, che prevedeva la non monetizzazione delle ferie maturate per il personale del pubblico impiego.
La legge però non specificava che trattamento adottare per i precari del settore scuola. Precisazione giunta con la legge di stabilità: per il personale della scuola le ferie possono essere monetizzate, però dal conto delle ferie maturate bisogna sottrarre i giorni in cui l’attività didattica è stata sospesa, cioè le vacanze di Natale, di Pasqua e una parte di giugno.
Tradotto: per i docenti di ruolo non cambia nulla, dal momento che per loro le vacanze coincidono con la chiusura estiva delle scuole, e le mensilità di retribuzione restano sempre dodici più tredicesima. Per i precari con contratto a dieci mesi significa quasi uno stipendio in meno su cui contare in quei mesi in cui non si lavora: per loro il rapporto di lavoro si interrompe ogni anno a luglio e agosto per poi riprendere a settembre. Un taglio consistente che, come una tegola, cade in testa ai precari tutto insieme a dicembre, mese in cui generalmente viene erogato il pagamento delle ferie maturate l’anno prima.
In una nota l’Anief spiega che, nelle passate settimane il Ministero dell’Istruzione non ha inviato a diverse scuole i fondi necessari per pagare le mensilità di novembre e dicembre dei supplenti cosiddetti “brevi”.
“Un’operazione che andava assolta entro lo scorso 13 dicembre: per motivi tecnici se ne riparlerà non prima di gennaio – affermano – lasciando così a bocca asciutta, senza nemmeno la percentuale di tredicesima dovuta, i tanti docenti e Ata che anche nel corrente anno scolastico hanno stipulato un contratto con la scuola di servizio, in modo da sostituire dei colleghi collocati in malattia o in aspettativa per vari motivi”.
“Dopo aver corrisposto, seppure con ritardo, le due mensilità di inizio anno scolastico – prosegue la nota – il Miur sta di nuovo ritardando sine die il diritto la retribuzione di tanti supplenti. La motivazione della mancata corresponsione degli stipendi è dovuta alla non completa “emissione speciale accessori dicembre 2013” da parte del Ministero dell’Economia e Finanze sul Sicoge, il Sistema informatico di contabilità e gestione economica.
Quel che è sicuro, è che l’amministrazione statale non riesce più a finanziare regolarmente una parte degli oltre 8mila istituti scolastici italiani”.
Una “situazione intollerabile” afferma Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir.
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