ROMA – Un lento e inesorabile calo di consensi. Quello che sta vivendo Berlusconi nei sondaggi, dicono i numeri dell’esperto del settore Renato Mannheimer, è peggio di un crollo improvviso. Non è insomma la reazione a caldo a un evento particolare, ma una disaffezione maturata nel tempo, a freddo.
Scrive il Corriere della Sera: “Sul piano quantitativo, alla richiesta di un voto da 1 a 10 nei confronti del presidente del Consiglio, un terzo della popolazione assegna un giudizio di sufficienza (dal 6 in su) mentre i restanti due terzi si dividono tra chi (61%) esprime una valutazione negativa e chi (5%) dice di non avere un’opinione al riguardo. Il voto medio rilevabile nel complesso è pari a poco più di 4. Il dato non è tanto grave in sé, anche perché tutti o quasi i principali leader europei, da Cameron alla Merkel a Sarkozy, attraversano una crisi di consensi. Ma ciò che più potrebbe preoccupare il premier è il trend, la continua diminuzione di voti positivi rispetto al passato”.
A settembre 2010 Berlusconi poteva contare su più del 40%di valutazioni oltre la sufficienza. A novembre la prima caduta (giudizi positivi al 36%), che è continuata fino ai livelli di oggi: uno su tre dà un voto positivo, in sostanza il 33%. Concordi anche altri istituti di sondaggi: Crespi (33%di popolarità), IPR (33%), Ipsos (35%).
A sorpresa, nonostante gli scandali sessuali, sono le donne a mantenere alto il consenso del premier, in calo invece tra gli uomini. Il Cavaliere ha successo soprattutto tra le casalinghe.
Considerazioni positive sono diminuite tra giovanissimi, studenti e quanti hanno titoli di studio elevati. A livello territoriale il calo è più forte nelle regioni settentrionali, specie nel Nordovest, e tra i cattolici moderati. Il consenso tra le donne e i cattolici praticanti dimostra che la fiducia non è diminuita per il bunga bunga, ma per motivi più politici, di mancata realizzazione delle promesse elettorali.
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