Fratelli magnoni, truffa a casse dei giornalisti, periti e ragionieri

Sopas, arrestati fratelli Magnoni per truffa e bancarotta
Ruggero Magnoni (Foto LaPresse)

MILANO – Soldi fatti sparire dalle casse di previdenza di giornalisti, ragionieri e periti commerciali. Quella che secondo i pm è una associazione a delinquere. Per questo  la mattina del 9 maggio sono stati arrestati i fratelli Ruggero, Aldo e Giorgio Magnoni.  Le accuse, oltre all’associazione per delinquere sono di bancarotta fraudolenta, truffa, appropriazione indebita e frode fiscale.

Oltre ai tre fratelli è stato arrestato anche Luca Magnoni, figlio di Giorgio, e altri arresti, tra cui Andrea Toschi e Alberto Ciamperoni, e perquisizioni sono stati eseguiti dalla Guardia di Finanza. I finanzieri avrebbero accertato una distrazione di oltre 100 milioni di euro dal patrimonio della Sopaf, società in regime di concordato preventivo.

I fratelli Magnoni sono personaggi noti della finanza: Ruggero è stato vice presidente Europa di Lehman Brothers, presidente di Nomura Italia (chiamata in causa, per via del derivato Alexandria, nell’inchiesta Mps) e in passato avrebbe partecipato anche alla scalata Telecom, la “madre” di tutte le Opa.

Aldo Magnoni è stato l’ideatore dell‘Oak Fund, pure intervenuto nella scalata Telecom, mentre Giorgio Magnoni e il figlio Luca sono rispettivamente amministratore delegato e consigliere della Sopaf.

Toschi invece è stato in passato presidente di Arner Bank e amministratore delegato della società di gestione risparmio Adenium, controllata al 100 per cento da Sopaf.

Alcuni degli indagati, attraverso la società Adenium, si sarebbero appropriati di fondi per oltre 50 milioni di euro della Cassa nazionale di previdenza dei ragionieri e periti commerciali, e di 7 milioni di euro dell’Inpgi, istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani.

I due istituti sono parti lese nell’inchiesta: perquisizioni per la ricerca di ulteriori prove a carico degli arrestati sono state condotte dalla finanza negli uffici di Paolo Saltarelli, presidente della Cassa di previdenza dei ragionieri, e di Andrea Camporese, presidente dell’Inpgi.

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