ROMA – È costata cara alla multinazionale trevigiana l’attività economica con delle società dell’isola di Man, noto paradiso fiscale nelle acque inglesi. Il Gruppo Benetton è stato condannato dall’Agenzia delle entrate del Veneto a pagare 2,7 milioni di euro per aver ingiustamente dedotto dei costi sostenuti a favore di due società dell’isola usate come “mediatrici”. Nell’importo sono compresi rimborsi Irap e Irpeg e le sanzioni per il solo 2003. Sono in corso accertamenti per il biennio successivo mentre sono in via di definizione contestazioni analoghe per gli anni 2006 e 2007.
Nella verifica, il personale dell’Agenzia delle entrate ha scoperto che, come prova dell’attività economica del gruppo con queste società di riferimento, c’erano solo dei fax. Nella nota, l’agenzia ha specificato che per una società occorre verificare l’effettività delle operazioni, non in astratto, «ma con riferimento alla reale operatività dei soggetti che hanno beneficiato dei pagamenti». La commissione regionale ha confermato il giudizio dell’ufficio di Treviso – risalente a due anni fa – contro cui Benetton aveva presentato ricorso.
Ieri, la diffusione dei dati sul fenomeno evasione fiscale da parte della Guardia di Finanza. Nel Rapporto generale annuale delle Fiamme gialle, si parla di 10,533 miliardi di evasione fiscale internazionale, mediante residenze fittizie di persone fisiche e società in paradisi fiscali e attraverso esportazioni di capitali in paesi a fiscalità privilegiata.
* Scuola di giornalismo Luiss