Strage di Erba dopo 17 anni. Altro colpo di scena. A marzo nuovo processo per Olindo e Rosa

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 10 Gennaio 2024 - 11:14
strage erba

Foto Ansa

Strage di Erba,17 anni dopo. Sì al ricorso di Rosa e Olindo. A marzo si farà un nuovo processo a Brescia. Caso clamorosamente riaperto. Altro colpo di scena. Il sostituto pg di Milano, Tarfusser ha pochi dubbi: ”Più leggo gli atti, più ci credo”. In sintesi: accuse troppo deboli, tornano a galla piste alternative sugli autori della mattanza, si riaffaccia l’ipotesi, peraltro mai del tutto affossata, del regolamento di conti fra bande di spacciatori. Dunque la sentenza va riscritta. Esultano i legali della coppia di ergastolani (“adesso possiamo dimostrare la loro innocenza”); gelidi i Castagna (“la verità giudiziaria è stata già scritta”). La Corte di Appello di Brescia ha fissato la prima udienza il primo marzo.

L’ultimo finale di partita sulla strage di Erba

Per l’ex netturbino di Erba (Como) e la ex colf sarà questo l’ultimo finale di partita, l’ultima ciambella di salvataggio per sottrarsi al carcere a vita. Ma il poker di difensori si dimostra cautamente ottimista. Dice l’avvocato Fabio Schembri:”Riteniamo che i nostri assistiti siano innocenti. Dimostreremo la criticità delle vecchie prove e la consistenza delle nuove che, a nostro avviso, vanno a impattare con la sentenza di condanna”.

Una vicenda che risale al 2006

L’11 dicembre 2006 a Erba vengono uccise Raffaella Castagna, suo figlio Youssef, sua madre Paola Galli e una vicina di casa, Valeria Cherubuni, il cui marito, Mario Frigerio, colpito alla gola, si salva. Un mese dopo gli arresti e le confessioni. L’8 gennaio 2007 i vicini di casa di Castagna e del marito Azouz Marzouk – Rosa Bazzi e Olindo Romano – vengono fermati e arrestati. Confessano, ma dopo mesi ritrattano. La Corte d’Appello di Brescia ha convocato Olindo e Rosa che stanno scontando l’ergastolo, condannati in via definitiva per la strage.

Una storia maledetta scritta col sangue in una vecchia cascina ristrutturata di Erba, dove vivevano 20 famiglie, alcune delle quali in perenne litigio tra loro e dove quel giorno, nella corte condominiale, scoppiò un incendio intorno alle 20.20. Con un bilancio di 4 morti e un uomo in fin di vita. Ma i vigili del fuoco si trovarono di fronte ad una scena atroce: le vittime uccise con coltelli e armi contundenti. Frigerio – unico sopravvissuto – si salvò nonostante una coltellata alla gola, grazie a una malformazione congenita (la carotide non venne recisa). Fin dall’inizio fu subito chiaro come non si potesse trattare di un semplice incendio ed emerse una tragedia che ha polarizzato l’Italia.