Stupri di Rimini, Guerlin Butungu condannato a 16 anni

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Guerlin Butungu (Foto Ansa9

RIMINI – E’ stato condannato a sedici anni di reclusione, più di quanto chiesto dalla Procura, Guerlin Butungu, il ventenne congolese accusato di essere il “capo” del branco che la notte del 26 agosto avrebbe aggredito, rapinato e stuprato sulla spiaggia Miramare di Rimini una coppia di polacchi e una transessuale peruviana.

La Procura aveva chiesto una pena di 14 anni e mezzo. Butungu, giudicato con rito abbreviato, era stato arrestato dalla polizia insieme agli altri tre componenti del gruppo, tutti minorenni, che saranno processati separatamente.

Butungu, dunque, è stato dichiarato colpevole di tutti i reati e nonostante il Tribunale abbia “ritenuto la continuazione delle condotte e applicato lo sconto di pena per il rito abbreviato”, condannato a 16 anni di carcere, quattromila euro di multa e al pagamento di tutte le spese processuali, comprese quelle di mantenimento in carcere.

Il Tribunale ha poi ordinato l’espulsione del congolese dall’Italia a pena espiata. L’imputato è stato infine condannato al risarcimento del danno alle parti, da stabilirsi in sede civile, con provvisionali esecutive di 30mila euro alla ragazza polacca e 20mila al compagno, 30mila euro alla transessuale peruviana, 10mila al Comune di Rimini, altrettanti alla Regione Emilia-Romagna. Liquidati in via definitiva invece cinquemila euro all’associazione “Butterfly anti violenza e stalking” e poco meno di settemila all’Ausl Romagna.

A Butungu gli investigatori della squadra mobile di Rimini erano arrivati il 3 settembre dopo una settimana di indagini, grazie alla lucida ricostruzione dei fatti resa dalla peruviana, ma soprattutto alle confessioni degli altri indagati, due fratelli marocchini, 15 e 16 anni, e alle indicazioni del terso complice, 17enne nigeriano.

Qualche giorno dopo il fermo, Butungu che inizialmente si era detto estraneo ai fatti, aveva confessato nel carcere di Pesaro, negando solo alcuni episodi come quello della cessione di droga ai complici. Per i tre più giovani la Procura per i minorenni ha chiuso le indagini e si va verso un processo con giudizio immediato, ancora da fissare.

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