NAPOLI – In dodici hanno vandalizzato un treno, aggredito e inseguito un capotreno, danneggiato una stazione (quella di Casoria, Napoli), divelto una panchina, lanciato pietre. In dodici (4 di loro donne, quasi tutti minorenni) hanno agito da branco perché “offesi” da un rimprovero. Non sono pentiti, anzi. Sono convinti di non aver fatto “nulla di grave”. E in qualche modo lo Stato gli dà ragione nel loro convincimento visto che tutti i dodici sono a casa.
E’ una storia che inizia a Casoria venerdì scorso. I dodici ragazzi, racconta Il Mattino, sono sul treno. Combinano qualcosa, il capotreno li rimprovera. La reazione è violenta e assurda:
Hanno vandalizzato un treno hanno aggredito il responsabile, lo hanno inseguito fino alla cabina di testa del convoglio, arrivati nella stazione di Casoria si sono armati di sampietrini e hanno divelto una panchina per ricavarne nuove armi, hanno tentato di sfondare la porta dietro la quale si erano rifiugiati il capotreno e il macchinista. Sono stati beccati. Ma restano convinti di non avere torti. La denuncia che ha colpito i dieci più grandi (i tre più piccoli hanno meno di quattordici anni e quindi non sono imputabili) non li ha intimoriti.
Racconta il Mattino che durante la furia del branco la stazione era affollata. Ma tutti si girano dall’altra parte, assistono, nessuno interviene. Una volta individuati e denunciati loro non si pentono. E molti vengono addirittura difesi o almeno giustificati dai genitori:
E infatti non chiedono scuse, non accampano pretesti. «Quello ci aveva sgridato, ci siamo sentiti offesi», si sono giustificati davanti ai carabinieri della compagnia di Casoria (guidata dal capitano Pierangelo Iannicca) che ne hanno raccolto la deposizione alla presenza delle assistenti sociali. Quando hanno saputo che c’era un filmato che li riprendeva mezzi nudi mentre assaltavano la stazione, hanno ammesso quelle ore di follia. Accanto a loro i genitori.
Solo una mamma è scoppiata in lacrime: «Sono appena andata a trovare tuo padre in carcere, smettila di combinare guai», ha detto al suo ragazzo. Gli altri si sono mostrati preoccupati, ma hanno tutti cercato di trovare giustificazioni per la violenza dei propri figli. I colpevoli sono in 13, 12 sono minorenni 1 ha 22 anni. Tre del gruppo, con meno di 14 anni, non sono imputabili.