ROMA – L’ex marito vince al Superenalotto? Dovrà dare una quota del bottino alla ex moglie. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, prendendo alla lettera la formula di rito “nella buona e nella cattiva sorte”, ed estendendola anche ai divorziati.
Nel caso di un uomo che ha vinto al Superenalotto un miliardo e 800 milioni insieme alla nuova compagna, anche l’ex famiglia di lui dovrà partecipare della fortuna, anche se solo in minima parte.
La Cassazione ha avallato la decisione dei giudici di merito che, in sede di divorzio, avevano stabilito che l’uomo dovesse corrispondere un assegno mensile di 115 euro alla ex moglie e di 500 euro al figlio maggiorenne ma non ancora autonomo. Contributo che era certamente alla portata dell’uomo grazie all’incasso della schedina vincente.
Ma secondo l’uomo i giudici di merito si erano concentrati sulla sua fortuna al gioco, invece di considerare la sfortuna che aveva sul lavoro e nella salute, visto che le sue precarie condizioni non gli permettevano di svolgere alcuna attività.
Secondo la Suprema Corte vale il principio secondo cui è esclusa la possibilità di valutare, ai fini dell’adeguamento dell’assegno, “i miglioramenti che scaturiscano da eventi autonomi non collegati alla situazione di fatto e alle aspettative maturate nel corso del matrimonio e aventi carattere di eccezionalità, in quanto connessi a circostanze ed eventi del tutto occasionali e imprevedibili”.
Ma l’indirizzo enunciato non vieta che il miglioramento imprevisto possa essere preso in considerazione, non per aumentare l’assegno ma per contribuire al mantenimento di una ex moglie che non lavora e un figlio che ha ancora bisogno di sostegno.
I commenti sono chiusi.