BRUXELLES – L’apertura del cantiere per il tunnel della Maddalena è una condizione necessaria ma non sufficiente per scongiurare il rischio di perdere una fetta sostanziale dei 671 milioni di finanziamenti Ue destinati al collegamento Torino-Lione. Lo ha ricordato la stessa Commissione europea.
Da Bruxelles si sono ribadite le tre condizioni già presenti nella lettera inviata dal Commissario europeo per i Trasporti Siim Kallas a Italia e Francia la scorsa settimana, condizioni che devono essere rispettate entro la fine del mese: oltre all’avvio dei lavori per la galleria della Maddalena, l’approvazione del nuovo progetto preliminare e soprattutto la firma di un nuovo accordo tra i governi di Roma e Parigi.
Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, ha risposto oggi a Kallas evidenziando innanzi tutto che l’avvio del cantiere è avvenuto entro la scadenza fissata. Ma anche che l’approvazione del progetto preliminatre sarà all’esame della prossima riunione del Cipe e che il nuovo, indispensabile accordo tra Italia e Francia potrebbe essere firmato in occasione della riunione intergovernativa che si svolgerà a Roma il 6 luglio prossimo.
Ma su quest’ultimo punto, tra gli addetti ai lavori, c’è molta cautela. Dal 2001 a oggi i costi sono molto cresciuti e le disponibilita’ finanziarie sono diminuite. E l’intesa tra Roma e Parigi non si annuncia facile, anche nell’ipotesi di un progetto ‘low cost’.
”Se non ci sarà un chiaro accordo tra Italia e Francia sull’uso dei fondi – hanno avvertito fonti della Commissione – queste risorse saranno riallocate in favore di altri progetti”. I soldi a disposizione per le grandi opere, si fa osservare a Bruxelles, sono pochi e le richieste molte. Non ci si può quindi permettere di lasciare inutilizzate le risorse a disposione.
E la pazienza di Kallas è giunta ormai agli sgoccioli. Nell’accettare l’ultimo, ennesimo rinvio della scadenza fissata per l’utilizzo dei fondi europei, ha scritto il commissario, l’esecutivo Ue ha dato ”ancora una volta una prova aggiuntiva di flessibilità. Ma questa volta, se gli impegni non saranno rispettati, c’è il ”fondato rischio di perdere una parte sostanziale dei 672 milioni di già stanziati”
L’avvio dei lavori per la nuova linea Torino-Lione (Corridoio 5) è previsto entro la fine di giugno, data limite stabilita da Bruxelles. A segnare l’inizio di tutto il tunnel di Chiomonte. Gli altri cantieri inizieranno subito dopo, secondo un programma che sarà stabilito dall’Osservatorio tecnico per la Valsusa.
L’avvio del cantiere di Chiomonte sarà affiancato dai lavori alla Stazione internazionale di Susa, alle stazioni della linea Torino-Bardonecchia e dal rilancio dello scalo di Orbassano.
La partita della Tav Torino-Lione si gioca da 21 anni, più precisamente dal giugno del ’90. Fu allora che, in un summit a Nizza, in Costa Azzurra, i Governi italiano e francese si trovarono d’accordo sull’opportunità di studiare un nuovo collegamento tra i due Paesi.
Lo studio di fattibilità dell’opera viene affidato agli enti ferroviari di Italia e Francia il 18 ottobre 1981, al vertice italo-francese di Viterbo.
L’accordo intergovernativo per la realizzazione della ferrovia viene firmato il 29 gennaio 2001 a Torino. Allora, nel capoluogo piemontese, sfila il primo corteo di protesta di sindaci e attivisti ‘No Tav’.
Ma gli incidenti più gravi scoppiano nel dicembre 2005: il giorno 6 le forze dell’ordine allontanano i manifestanti, nella notte dell’8 i No Tav riconquistano il presidio. E’ l’inizio di una nuova fase.
Nella notte tra il 23 e il 24 maggio scorso arrivano le prime squadre di operai per recintare il cantiere di Chiomonte, ma vengano fermati da una sassaiola.
Il commissario ai Trasporti della Ue Siim Kallas ribadisce che i lavori devono essere avviati entro il 30 giugno. La Torino-Lione dovrebbe entrare in esercizio nel 2023.
Il tunnel da realizzare alla Maddalena di Chiomonte, che sarà lungo 54 km, è un’opera considerata propedeutica alla nuova Torino-Lione ferroviaria perché destinato a studiare la consistenza e le caratteristiche delle rocce. In Francia ne sono state realizzati tre analoghi.
La galleria, lunga sette chilometri e con un diametro di sei metri e mezzo, si trova in Valle Clarea, una valle laterale della Val Susa, sopra l’abitato di Chiomonte.
Nella zona ci sono un sito archeologico e la coltivazione del vino Arvanà e del vino del Ghiaccio i cui grappoli vengono raccolti a gennaio solo quando la temperatura scende a -8.