MODENA – In duecento hanno passato la notte nel palasport. Altri 400 nella tendopoli allestita per l’emergenza. Gli altri hanno preferito la macchina, trasformata in letto in queste ore in cui un tetto sopra le testa può essere una minaccia. A Finale Emilia, epicentro del terremoto che sabato notte ha provocato 7 vittime, è stata una nottata insonne. Così come nel resto dell’Emilia Romagna dove gli sfollati sono 4000. In paese, e per un raggio di circa 20 km, è tutto chiuso. Cenare è stato arduo per chi non ha voluto rimettere piede in casa. Qualche pizzeria ha fatto gli straordinari col take away. Qualche ristorante non ha potuto servire da mangiare perché il personale ha preferito starsene alla larga da tetti e mura.
Lo sciame sismico non ha risparmiato le province di Modena, Ferrara, Mantova per tutta la notte. Nelle ultime 24 ore sono state avvertite oltre cento scosse, l’ultima alle 7.24 di lunedì, di magnitudo 2.5. Dopo il sisma 5.9 Richter, la replica più forte è avvenuta alle 15.18 di domenica, con magnitudo 5.1, che ha provocato altri crolli. Delle oltre 100 repliche, sei sono state di magnitudo compresa tra 4 e 5; una trentina di magnitudo tra 3 e 4, le altre di magnitudo inferiore.
Lunedì le scuole sono chiuse in sei comuni della pianura bolognese, nel territorio vicino all’epicentro del sisma. Si tratta di Crevalcore, San Giovanni in Persiceto, Pieve di Cento, Galliera, San Pietro in Casale e Castello d’Argile. Inevitabili i disagi al traffico ferroviario. Ci sono stati ritardi alla stazione di Bologna, treni cancellati, ed è stata interrotta la linea Bologna-Verona a causa dell’inclinamento della torre piezometrica di San Felice. Nessun problema, invece, alla viabilità su strada né nel modenese né nel ferrarese. L’unico disagio riguarda il tratto della strada provinciale che attraversa San Possidonio.
Una buona notizia viene per chi aveva acceso un mutuo in filiali Carisbo e Banca CR Firenze, banche di Intesa Sanpaolo che operano nella zona colpita dal sisma. Questi istituti hanno deciso per una moratoria fino a 12 mesi sulle rate dei mutui sugli immobili danneggiati dal terremoto, sia ad uso abitativo che produttivo, mantenendo inalterate le condizioni. Per favorire famiglie ed operatori economici delle province di Ferrara, Modena e Bologna che hanno subito danni è stato stanziato un plafond di 50 milioni di euro per finanziamenti per il ripristino delle strutture danneggiate. Le banche provvederanno infine a concedere linee di credito in conto corrente per finanziare le spese di emergenza. Anche la Cassa di Risparmio di Cento ha messo a disposizione un primo plafond di 40 milioni per privati e imprese.
Il capo della Protezione civile in Emilia Romagna, Demetrio Egidi, ha detto: ”Nei comuni piu’ colpiti, Mirandola, Finale Emilia, San Felice sul Panaro, Cavezzo e Camposanto, tutti in provincia di Modena, siamo intorno alle 4mila richieste di aiuto. Noi stiamo allestendo, in collaborazione con i primi aiuti che giungono dalle altre Regioni, circa 3mila posti letto in tende riscaldate, con servizi igienici e cucine, integrati con l’allestimento di altri centri d’accoglienza in strutture fisse”.
Per quanto riguarda gli sfollati, Egidi ha spiegato: ”Ai 3000 senza casa che avevamo calcolato inizialmente se ne sono aggiunti un’ottantina nel Ferrarese e circa 300 nel Bolognese. Poi ci sono quelli della provincia di Modena tra Finale Emilia, Mirandola e altri posti vicini”. In concreto, la prima notte in tenda, fa sapere Egidi, la passeranno ”tre-quattro mila persone”. Sul decreto di riforma della Protezione civile che afferma tra l’altro che in caso di catastrofi naturali non sara’ piu’ lo stato a pagare i danni ai cittadini, Egidi preferisce non commentare: ”Il problema e’ delle istituzioni” ma aggiunge ”certo, qui i danni sono enormi”. I dati sono stati aggiornati dalla Protezione civile dell’Emilia-Romagna che entro il 21 maggio conta di allestire altri 1.500 moduli assistenziali nel Modenese, una delle province piu’ colpite insieme a quella di Ferrara.
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