L’AQUILA – “Facciamo una cosa, riuniamoci sul terremoto così, per far vedere…”. Secondo ‘La Repubblica’ la riunione straordinaria della Commissione Grandi Rischi della Protezione Civile, che si svolse all’Aquila durante lo sciame sismico, sette giorni prima della scossa fatale, fu soltanto uno “show”, una “operazione mediatica”. I più importanti scienziati italiani furono inviati dal Dipartimento della Presidenza del Consiglio (dell’allora governo Berlusconi) nella città sotto shock per le quattrocento scosse di terremoto in soli quattro mesi solo per “tranquillizzare la popolazione”, per comunicare alla pubblica opinione che si era di fronte a un “fenomeno normale”.
“Show”. “Operazione mediatica”. “Fenomeno normale”. E chi è che lo dice? Sempre secondo ‘Repubblica’ quelle furono le parole usate proprio da Guido Bertolaso in un’intercettazione contenuta tra le duemila e duecento conversazioni registrate dai carabinieri del Ros di Firenze, formalmente inserita negli atti del processo sullo scandalo G8 alla Maddalena, ma che non fu mai trascritta, ma venuta alla luce grazie ad un’inchiesta di Repubblica.
E’ il pomeriggio del 30 marzo 2009. Da quattro mesi la città dell’Aquila è “invasa” dallo sciame sismico. Alle 15.38 arriva un’altra forte scossa (magnitudo 4.1 della scala Richter). In città scoppia di nuovo il panico e scatta ancora una volta l’allerta per la Protezione Civile. La sera stessa, Bertolaso chiama Daniela Stati, assessore regionale alla Protezione Civile dell’Abruzzo.
“Sono Guido Bertolaso…”. La Stati: “Che onore…”. Bertolaso: “Ti chiamerà De Bernardinis il mio vice, perché gli ho detto di fare una riunione lì all’Aquila domani, su questa vicenda di questo sciame sismico che continua, in modo da zittire subito qualsiasi imbecille, placare illazioni, preoccupazioni… Eccetera…”. Ancora Bertolaso: “La cosa importante è che domani… Adesso De Bernardinis ti chiama per dirti dove volete fare la riunione. Io non vengo… ma vengono Zamberletti (l’unico che poi non parteciperà, ndr), Barberi, Boschi, quindi i luminari del terremoto in Italia. Li faccio venire all’Aquila o da te o in prefettura… Decidete voi, a me non me ne frega niente… In modo che è più un’operazione mediatica, hai capito? Così loro, che sono i massimi esperti di terremoti, diranno: è una situazione normale… sono fenomeni che si verificano… meglio che ci siano cento scosse di quattro scala Richter piuttosto che il silenzio, perché cento scosse servono a liberare energia e non ci sarà mai la scossa quella che fa male… Hai capito? (…) Tu parla con De Bernardinis e decidete dove fare questa riunione domani, poi fatelo sapere (alla stampa, ndr) che ci sarà questa riunione. E che non è perché siamo spaventati e preoccupati, ma è perché vogliamo tranquillizzare la gente. E invece di parlare io e te… facciamo parlare i massimi scienziati nel campo della sismologia”. La Stati: “Va benissimo…”.
E, in effetti, il giorno dopo gli esperti andranno all’Aquila e ripeteranno esattamente le parole dette da Bertolaso alla Stati al telefono. La riunione durerà appena sessanta minuti e al termine si terrà una conferenza stampa. De Bernardinis parlerà ai microfoni di una situazione “normale…”. “La comunità scientifica conferma che non c’è pericolo, perché c’è uno scarico continuo di energia. La situazione è favorevole…” .”Si colloca diciamo in una fenomenologia senz’altro normale”.
L’ex capo della Protezione Civile non fu iscritto nel registro degli indagati perché non era presente alla riunione. Ora si scopre che la convocò al solo scopo di tranquillizzare e tacitare la popolazione. Si adoperò affinché una riunione di importanti scienziati, formalmente chiamati a valutare uno sciame sismico su una zona ad alto rischio terremoto, fosse solo “un’operazione mediatica”. Poi la cronaca, appena una settimana dopo: 309 morti, 1500 feriti, una città distrutta.