TORINO – Ci sarebbe anche un debito con il fisco, decine di migliaia di euro, dietro il suicidio di L.M., 62 anni, titolare di una piccola azienda ortofrutticola che si è tolto la vita nella sua casa di Torino. ”Diceva che non ce la faceva più, che voleva farla finita”, ha raccontato la compagna alla polizia, intervenuta sul posto. Il suicidio a poche ore dal grido dall’allarme lanciato da Confindustria proprio a Torino. La tragedia poco lontano dal luogo della convention, in via Montevideo 8.
La polizia sta ora cercando di effettuare accertamenti sull’esatto ammontare dei debiti dell’uomo, che si è tolto la vita sparandosi con uno dei suoi cinque fucili da caccia, tutti regolarmente denunciati. Dall’inizio di aprile quello di Torino è già il sesto suicidio provocato dalla crisi economica. Il più clamoroso a Civitanova Marche, dove due coniugi che non riescono ad andare avanti decidono di togliersi la vita. Poche ore dopo il fratello della donna, appresa la notizia, si uccide gettandosi in mare.
Stessa tragica fine, qualche giorno dopo, per un imprenditore sardo, che si è impiccato in un capannone. E sempre in Sardegna, lo scorso 11 aprile, si è suicidato un imprenditore edile di 48 anni rimasto senza lavoro. ”Sono sconfortata dal senso di impotenza che gesti come questi trasmettono”, è il commento dell’assessore al Lavoro della Regione Piemonte, Claudia Porchietto. ”E’ triste – aggiunge – constatare come le istituzioni locali, nonostante l’impegno che stanno mettendo per sostenere imprenditori e lavoratori coinvolti dalla crisi, possano veramente poco contro la solitudine, la sofferenza e l’isolamento che colpisce l’individuo. Un evento tragico come questo deve darci ancora piu’ forza, e moltiplicare gli sforzi per sostenere chi è in difficoltà e vive il dramma quotidiano della crisi”.
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