ROMA – Tornano le penali per chi disdice un contratto telefonico prima della scadenza “naturale”. La misura, ancora non approvata, fa parte del cosiddetto pacchetto su liberalizzazioni e concorrenza che sta mettendo a punto il governo Renzi.
Un pacchetto di norme che dovrebbe migliorare la concorrenza e che invece, come racconta su Repubblica Alessandra Longo, rischia di reintrodurre un qualcosa, la penale appunto, che era sta cancellata nel 2006 da Pier Luigi Bersani.
A protestare, ovviamente, sono prima di tutto le associazioni dei consumatori. Per esempio Marco Pierani di Altroconsumo che attacca:
“Paradossale: ci aspettavamo un passo avanti a favore degli utenti e invece è un passo indietro. Le penali erano scomparse dalla nostra normativa, grazie al decreto Bersani sulle liberalizzazioni del 2006 e ora il governo Renzi le reintroduce a sorpresa”
Al momento, infatti, la normativa prevede, spiega sempre Pierani, non una penale
“ma costi di uscita, che devono essere pari a quelli subiti dagli operatori per gestire la disdetta dell’utente”, spiega Pierani. Invece quel comma legittima, per la prima volta dal 2006, un costo di uscita superiore a quello subito dagli operatori – una penale, appunto – “con la sola, generica attenuante dell’essere proporzionato al valore del contratto e alla durata residua della promozione offerta”,
Un paradosso, in ogni caso, visto che l’introduzione della penale arriva in un testo che avrebbe come obiettivo il miglioramento della concorrenza. Ora il rischio è che tutte le compagnie telefoniche si “cautelino” con offerte di durata di 24 mesi rendendo di fatto oneroso il cambio di operatore.