ROMA – Militanti di estrema destra hanno impedito a ragazzini rom di entrare a scuola. Siamo a Torrevecchia, periferia di Roma, dove negli ultimi giorni la battaglia tra rom e residenti si è fatta sempre più aspra. E ora militanti di Casapound e Blocco Studentesco avrebbero impedito a bambini e ragazzi rom l’accesso a scuola.
A denunciare l’episodio l’ Arci Solidarietà e la cooperativa Eureka.”Ci troviamo di fronte ad un episodio di estrema gravità”, il commento delle associazioni. “È ormai evidente che il clima da ‘caccia alle streghe’ che si respira nella nostra città, alimentato da cattiva informazione e sfruttato da uno squallido opportunismo politico, non possa più essere sopportato”
“Ci troviamo di fronte ad un episodio di estrema gravità – sottolinea la nota -, prima di tutto perché si è tentato di negare un diritto fondamentale e, speravamo, inalienabile, come il diritto ad andare a scuola. Inoltre questa ‘azione dimostrativa’ ha colpito in prima persona dei bambini, fatto inaccettabile e intrinsecamente violento, che non trova giustificazioni”. Secondo quanto ricostruito dalle associazioni, i militanti di estrema destra avrebbero bloccato l’uscita del campo di via Cesare Lombroso, nel XIV Municipio, mentre bimbi e ragazzi si apprestavano ad andare a scuola. Stessa scena anche davanti ad alcuni istituti della stessa zona in cui sono iscritti i rom.
“Uno degli striscioni esposti – scrivono – esibiva la frase ‘stop alle violenze dei rom’. Non vogliamo parlare a coloro che esibivano lo striscione, crediamo che la frattura politica tra noi sia insanabile. Vogliamo parlare alla cittadinanza, alle persone che vivono nei quartieri invitando tutte e tutti a recuperare il buon senso: sul serio i rom sono il problema della nostra città? Sul serio un gruppo di rifugiati ha ricacciato Tor Sapienza nel disagio e nel degrado? Come si fa a impattare così violentemente su territori estesi e complessi? La verità è che i rom sono persone, che vivono una quotidianità incredibilmente simile alla nostra. Oggi, per esempio, quei bambini rom cercavano di andare a scuola. La verità è un diritto che va preteso”.
Anche il Comune di Roma ha condannato l’episodio: “Condanno fermamente il gesto meschino di uno sparuto gruppo riconducibile all’estrema destra che questa mattina ha impedito ai bambine e alle bambine del campo rom di via Cesare Lombroso e ai loro operatori di andare a scuola”. Così in una nota Alessandra Cattoi, assessora alla Scuola, Infanzia, Giovani e Pari Opportunità di Roma Capitale.
“Si tratta di una violazione grave di un diritto sancito dalla Costituzione che, come tale, va rispettato e garantito. Ma anche di un gesto vile nei confronti di minori fragili che dovrebbero essere protetti e tutelati e non trattati con violenza e aggressività -aggiunge- Il lavoro quotidiano sul territorio di molte associazioni per la scolarizzazione dei rom e per l’inclusione scolastica non può essere messo a repentaglio da chi mette in atto comportamenti di matrice razzista e xenofoba. Roma non tollera episodi di tale gravità”.
La precisazione della Questura di Roma. Nella serata di venerdì 28 dicembre, la Questura di Roma ha fatto sapere che
“il sit-in non ha creato pericolo o intralcio al traffico cittadino nè tantomeno ha impedito agli studenti di accedere all’interno delle aule. Anche le attività all’interno del campo nomadi sono proseguite regolarmente e non risulta che sia stato impedito il passaggio di alcuni bambini rom che stavano andando a scuola”.
“Questa mattina intorno alle 8, in via Sebastiano Vinci, all’altezza dell’intersezione stradale che conduce all’entrata degli istituti scolastici Cartesio, Tacito e Stendal – spiega la Questura di Roma – circa 200 studenti si sono radunati in un sit-in spontaneo, non preavvisato, a poche centinaia di metri del campo nomadi di via Cesare Lombroso. La manifestazione di protesta, orientata contro le presunte aggressioni e violenze perpetrate dai nomadi ai danni delle scuole e degli studenti, svoltasi anche con gli interventi oratori di personaggi esterni agli istituti, riconducibili comunque al Blocco studentesco è terminata intorno alle 9, dopo l’accensione di alcuni fumogeni e lo srotolamento di diverse bandiere con il tricolore. Sono in corso accertamenti da parte degli agenti della Polizia di Stato, al fine di identificare le persone che hanno aderito all’iniziativa”.
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