ROMA -“Nel 2013 se non ci saranno soldi a bilancio non faremo il servizio regionale”. Questo l’annuncio di Mauro Moretti, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato. Ma le parole di Moretti hanno tuonato come una minaccia alle orecchie dei 2,8 milioni di pendolari. Treni sporchi, ritardi, zero posti a sedere sono i marchi di “eccellenza” del sistema ferroviario locale. Condizioni precarie di viaggio, che però permettono di giungere ogni giorno al luogo di studio e lavoro. Se il pendolare rassegnato può sopravvivere ai “classici” 5-30 minuti di ritardo di Trenitalia, non può altrettanto sopravvivere alla soppressione del treno. Soppressioni di treni iniziate già dal 2011, mentre i prezzi dei biglietti continuano a salire.
Ecco un elenco regione per regione delle tratte a rischio, delle più frequentate e del rapporto su tagli al servizio ed aumento dei biglietti.
LE TRATTE A RISCHIO – Le tratte a rischio scomparsa tra il 2012 ed il 2013 sono state segnalate dall’analisi sul pendolarismo della Federazione Italiana Verdi, e sono:
Aosta – Ivrea – Torino
Mortara-Milano
Cuneo-Torino
Acqui Terme – Ovada – Genova
Calalzo-Padova
Figline Val D’Arno – Firenze
Rimini -Bologna
San Benedeto del Tronto – Ancona
Spoleto – Roma
Nettuno – Roma (Tra le più frequentate)
Battipaglia – Napoli
Foggia -Trani – Bari
Melito Porto Salvo – Reggio Calabria
Agrigento – Palermo
Altre tratte a rischio sono:
Aosta-PréSaindDidier
5 tratte della linea Benevento – Caserta – Cassino – Roma.
LE TRATTE PIU’ FREQUENTATE – Le tratte dove il numero di pendolari si concentra maggiormente hanno flussi dai 20 mila pendolari al giorno della Torino-Chiavasso ai 60 mila di Napoli – Torregaveta, 65.600 di Fara Sabina – Fiumicino aeroporto.
Ecco la lista con il numero di viaggiatori al giorno secondo un rapporto di Legambiente del 2011:
20.000 pendolari: Torino-Chiavasso;
25.000 pendolari: Venezia Mestre – Padova; Genova Voltri – Nervi;
30.000 pendolari: Milano – Gallarate;
34.500 pendolari: Milano – Novara – Vercelli;
37.000 pendolari: Torre Annunziata – Napoli;
40.000 pendolari: Roma Termini – Civitavecchia;
40.500 pendolari: Nettuno – Roma Termini;
43.000 pendolari: Milano – Como – Chiasso;
46.000 pendolari: Roma Termini – Frosinone – Cassino;
50.000 pendolari: Milano – Lecco – Sondrio – Tirano;
56.000 pendolari: Roma Termini – Velletri;
60.000 pendolari: Napoli – Torregaveta;
65.300 pendolari: Roma Ostiense – Viterbo;
65.600 pendolari: Fiumicino Aeroporto – Fara Sabina.
LE TRATTE GIA’ SOPPRESSE – Tra il 2011 ed il 2012 sono molte le linee che sono state soppresse nelle diverse regioni.
In Piemonte le linee soppresse dal 17 giugno 2012 sono: Pinerolo – Torre Pellice, Novi Ligure – Tortona, Cuneo – Mondoví, Alessandria – Ovada, Asti – Castagnole, Alessandria – Castagnole – Alba, Savigliano – Saluzzo, Saluzzo – Cuneo, Ceva – Ormea e Arona – Santhià oltre alle linee su cui è già attivo un servizio sostitutivo di bus quali la Chivasso – Asti, Asti – Casale Monferrato – Mortara e Bra – Ceva.
Le tratte rimodulate in Piemonte saranno quelle di Torino – Pinerolo, Torino – Alessandria, Torino – Novara, Torino – Fossano (Cuneo) – Savona, Torino – Bra, Chivasso- Casale -Alessandria, Asti – Acqui, Alessandria – San Giuseppe – Savona, Alessandria – Mortara – Novara, Novara – Borgomanero.
Nel Lazio è stata soppressa la coppia di treni in partenza da Civitavecchia alle 20.41 e di ritorno da Roma alle 21.42. I pendolari di Civitavecchia hanno segnalato attraverso il comitato in cui si sono riuniti che oltre ai disagi provocati dalla soppressione delle corse, ancor più disagi sono stati arrecati dalla mancata comunicazione di Trenitalia della decisione.
TAGLI E INVESTIMENTI – Dal 2007 al 2011 il numero di pendolari è aumentato di 600 milioni al giorno, passando dai 2,2 milioni al giorno del 2007 ai 2,8 milioni al giorno di oggi. Un flusso di persone che ogni mattina si sposta verso il luogo di lavoro o di studio, per poi tornare a casa la sera. Nel 2011 le Regioni italiane hanno cercato di contenere il rapporto tra taglio ai servizi e aumento del prezzo dei biglietti, come testimoniano le stime di Legambiente elaborate dai dati di Regioni e Trenitalia:
Lombardia. Nessun taglio ai servizi, ma aumento del 23,4% del costo dei biglietti.
Toscana. Taglio del 3,3% ai servizi, aumento dell’1,5% del prezzo dei biglietti.
Umbria. tagli del 3%, nessun aumento al costo dei biglietti.
Veneto. Tagli del 19,5% ai servizi, aumento del 15%.
Campania. Tagli del 10% ai servizi, aumento del 12,5%.
Liguria. Tagli del 12%, aumenti del 20%.
Abruzzo. Tagli del 10%, aumenti del 20%.
Piemonte. Tagli del 5%, aumenti del 10%.
Marche. Tagli del 13%, nessun aumento al costo dei biglietti.
Emilia Romagna. Tagli del 3% ai servizi, aumenti del 10%
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