ROMA – Salvatore Buzzi, a capo di numerose cooperative romane e tra gli arrestati di Roma Capitale, poteva contare su informatori tra le forze dell’ordine che lo avvisavano sulle indagini e sulla sorte di alcuni appalti. Emerge dalle carte della maxinchiesta della Procura di Roma. Tra questi un appuntato scelto in servizio presso il Reparto Carabinieri Presidenza della Repubblica. Dal settembre del 2013 i carabinieri del Ros hanno registrato almeno 50 contatti telefonici tra Buzzi e l’appuntato.
In un sms del 24 luglio dell’anno scorso il militare dell’Arma lo aggiornava sullo stato delle indagini. “Caro Salvatore sto uscendo ora dal tribunale – è detto nel messaggio – Sono stati depositati per l’archiviazione tutti i fascicoli inerenti la situazione che ben conosci. Siamo grandi, anzi grandissimi… sono strafelice per quello che sono riuscito a fare… un forte abbraccio “. Buzzi, scrivono gli investigatori, utilizzava la ‘talpa’ “per acquisire informazioni di natura giudiziaria e per ottenere favori di vario genere”.
Dalle intercettazioni emerge come Buzzi ottenesse “informazioni relative alla gara per la gestione triennale 2013/2016 del Centro di Accoglienza Richiedenti Asilo (Cara) di Castelnuovo di Porto, procedura pubblica alla quale stava partecipando la Eriches29 dello stesso Buzzi e sulla quale convergevano gli interessi del sodalizio indagato”.
Nel merito – si legge negli atti dell’inchiesta – “si rileva che nel corso di una telefonata intercorsa tra Massimo Carminati e Buzzi, quest’ultimo riferiva di una persona ‘al Quirinale’ che avrebbe dovuto incontrare in relazione all’audizione in Prefettura sul Cara di Castelnuovo di Porto”.