MILANO – Contro Antonio Esposito, il presidente della sezione feriale della Cassazione che ha condannato in via definitiva Silvio Berlusconi per il caso Mediaset ed è poi finito al centro delle polemiche per l’ormai famosa intervista a ‘Il Mattino’, si muovono ora anche Vanna Marchi e sua figlia, Stefania Nobile.
La ex televenditrice, condannata dalla Cassazione a una pena di oltre sette anni di carcere e da qualche mese tornata libera dopo aver scontato la pena, ha deciso infatti di presentare assieme alla figlia un ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo contro la ‘toga’ per ”anticipazione di giudizio”.
Da due articoli pubblicati su ‘Il Giornale’ a firma Stefano Lorenzetto nei giorni scorsi, ha chiarito l’avvocato Liborio Cataliotti, legale della Marchi, ”è emerso” infatti che, pochi giorni prima del verdetto di Cassazione del 2009 nei confronti delle due donne, ”l’esito sarebbe stato anticipato dal presidente della Sezione di Cassazione Giudicante”, che era Antonio Esposito. ”Il giornalista – spiega ancora il legale – ha anche precisato che il giudice avrebbe fatto affermazioni relative all’imputata Vanna Marchi che, stando alle parole del giornalista, gli sarebbe stata ‘antipatica’ per usare un eufemismo”.
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