Verona, scandalo preti pedofili: “Sodomia sotto l’altare”. Due condanne da Curia

Verona, scandalo preti pedofili: “Sodomia sotto l’altare”. Due condanne da Curia

VERONA – Il fenomeno della pedofilia è una macchia difficile da lavare per la Chiesa Cattolica ma il caso dell’Istituto Provolo di Verona, dove finalmente si intravedono i primi risultati dell’inchiesta della Curia locale, fa ben sperare. Qui sono state applicate le prime sanzioni dopo la riforma Ratzinger: un sacerdote è stato punito, un altro sottoposto ad ammonizione canonica e una serie di indagini devono ancora concludersi su diverse persone.

Lo scandalo raccapricciante del Provolo scoppiò nel 2009 quando in un’inchiesta dell’Espresso, Paolo Tessadri, raccoglieva le testimonianze di 15 sordomuti che per trent’anni, fino al 1984, avevano subito abusi da parte di alcuni religiosi all’interno dell’istituto. Racconta Marco Ansaldo su Repubblica:

Una sequenza di racconti terribili: i ragazzi entravano a scuola a 6, 10, 12 anni. Per la loro condizione particolare necessitavano di cure e affetto, ne uscivano invece brutalizzati. Rapporti sodomitici nei bagni, nelle stanze dei sacerdoti, nei confessionali, persino sotto l’altare.

Un caso che ora potrebbe far scuola, scrive ancora Repubblica, perché per la prima volta la Curia Diocesana segue i dettami della riforma Ratzinger sulla pedofilia e condanna duramente i responsabili. “Divieto di qualsiasi contatto con minori – si legge nella lettera che comunica le condanne – Assidua sorveglianza da parte di responsabili individuati dal vescovo di Verona. Precetto penale che comporta una vita unicamente dedita alla preghiera e alla penitenza”.

Osserva Repubblica:

Un’indagine condotta in profondità non solo dalle autorità ecclesiastiche, ma – per la prima volta in Italia – direttamente da un laico. Ricerca alla quale si è affiancato in Vaticano l’ex Sant’Uffizio, cioè la Congregazione per la dottrina della fede, che ha dato infine il suo benestare alle decisioni raggiunte. La notizia emerge da un documento di cinque pagine intestato alla Curia Diocesana-Verona, retta da monsignor Giuseppe Zenti. È firmato dal Vicario giudiziale, monsignor Giampietro Mazzoni, e indirizzato all’avvocato Paolo Tacchi Venturi. L’incartamento riguarda «i provvedimenti della Santa Sede in seguito alle denunce di abusi presentate dall’Associazione Sordi Provolo nei confronti di religiosi appartenenti all’Istituto Compagnia di Maria per l’educazione dei sordomuti ». In calce, la data Verona, 24 novembre 2012.

La misura più grave, il precetto penale, è stata presa nei confronti di don Eligio Piccoli:

Si è tenuto conto, nel suo caso, «dell’età ormai avanzata (84 anni) e della salute precaria ». A subire invece una «ammonizione canonica» («stretta vigilanza da parte dei responsabili sui suoi comportamenti»), è don Danilo Corradi. Le accuse formulate contro di lui «non risultano provate», ma, nel dubbio, la Santa Sede ha intanto stabilito un provvedimento formale. Nessuna misura contro frate Lino Gugole, il quale, «affetto da una grave forma di Alzheimer che lo rende del tutto incapace di intendere e di volere», è ricoverato in una casa di riposo. Su diversi prelati le indagini continueranno, alcuni sono deceduti, e per altri ancora le accuse non sussistono. Soprattutto quelle contro l’ex vescovo di Verona, monsignor Giuseppe Carraro, definite come «pesantissime e raccapriccianti », ma risultate prive di «ogni fondamento sia sulla base delle contraddizioni interne sia sulla base di molteplici testimonianze »

 

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