KABUL – Quindici agenti tra cui diversi impegnati nelle operazioni di scrutinio, sabato 28 settembre sono rimasti feriti a causa di un’esplosione di una bomba in un seggio elettorale a Kandahar, nel sud dell’Afghanistan. Il dottor Naimatula’, un funzionario dell’ospedale locale ha riferito di un “un’esplosione alle porte di un centro elettorale nella città di Kandahar. Quindici persone, tutte uomini, sono rimaste ferite e sono state portate in ospedale”. Lo scoppio è avvenuto non appena state aperte le urne per le elezioni presidenziali.
Elezioni presidenziali in Afghanistan, 9.5 milioni al voto
Dalla 7 ora locale (le 4,30 in Italia), in Afghanistan sono aperti i seggi per le elezioni presidenziali. Le operazioni di voto termineranno alle ore 15 (le 12:30 italiane). Sono circa 9,5 milioni le persone chiamate alla consultazione elettorale. Quasi cinquemila sedi elettorali sono state istituite in scuole, moschee e complessi ospedalieri in tutto il Paese, con un dispiegamento di oltre settantamila uomini delle forze di sicurezza. I talebani hanno effettuato numerosi attentati con l’avvicinarsi del voto. Nella capitale Kabul e in tutto l’Afghanistan si teme che queste elezioni possano portare a una nuova ondata di violenza. Ma i funzionari afgani insistono sul fatto che questa volta le violenze sono state del 90% inferiori rispetto a quelle nelle precedenti elezioni del 2014.
I due candidati principali sono il presidente uscente Ashraf Ghani e il capo dell’esecutivo Abdullah Abdullah. I due hanno condiviso il potere negli ultimi cinque anni in un governo di unità dopo che le precedenti elezioni sono state travolte dalle accuse di brogli. I risultati ufficiali del voto di oggi non saranno noti per diverse settimane, ma molti temono che un’altra crisi politica possa spezzare la già fragile democrazia di questo Paese. Il governo afghano ha deciso di utilizzare per le elezioni odierne un sofisticato sistema di identificazione biometrica degli elettori che include il riconoscimento di impronte digitali, occhi e viso, progettato per impedire alle persone di votare più volte o di votare al posto degli altri.