AFGHISTAN, KABUL – I talebani afghani sono sempre più divisi sul nuovo emiro, il mullah Akhtar Mansour, nominato tre giorni fa, mentre spunta l’ipotesi di un complotto sulla misteriosa morte del mullah Omar che sarebbe avvenuta per avvelenamento.
La spaccatura, emersa fin dal primo giorno, è diventata evidente quando il fratello del defunto leader, Abdullah Mannan, ha apertamente contestato in un audio messaggio in pashtun la designazione di Mansour e ha invitato i responsabili del movimento islamico a convocare un’altra ‘shura’, il gran consiglio talebano, per eleggere un nuovo leader.
Tra i dissidenti c’è anche uno dei figli, il ventiseienne Mullah Mohammad Yaqub, un aspirante candidato ai vertici dell’Emirato Islamico dell’Afghanistan, e altri autorevoli comandanti. E’ emerso che il mullah Mansour, considerato un ‘moderato’ e che di fatto aveva già preso il posto del defunto Omar a tal punto da firmare i suoi messaggi, sarebbe stato selezionato da un comitato ‘ristretto’ di suoi fedelissimi, quindi senza il consenso della vasta galassia talebana.
Tant’è che il neo emiro ha lanciato un accorato appello all’unità dei talebani, citando il volere dello stesso Mullah Omar, nel tentativo di arginare il crescente malcontento. In questo clima di incertezza e anche di apprensione per le sorti dei negoziati di pace, si è aggiunto un nuovo giallo sulla già misteriosa morte del capo dei ‘turbanti neri’.
Secondo un comunicato di un gruppo scissionista talebano denominato Movimento Islamico Fidai Mahaz, ilmullah Omar sarebbe stato ucciso lo scorso anno con il veleno in una congiura ordita dallo stesso mullah Mansour che nel 2010 era diventato il suo vice dopo la cattura del mullah Baradar da parte della Cia. Nel documento si precisa che la guida spirituale dei talebani è stato eliminato dopo la decisione di creare un Ufficio politico degli insorti in Qatar, iniziativa che ha causato serie frizioni fra il deceduto capo degli insorti ed il mullah Mansour.
Nel comunicato, Fidai Mahaz si spinge a sostenere, assicurando di averne le prove, che il neo capo talebano ha fatto sostituire le medicine che venivano amministrate al Mullah con una pozione velenosa che lo ha ucciso nel giro di tre giorni. Le divisioni che sono emerse in questi giorni rifletterebbero quindi uno scontro già esistente tra la ‘famiglia’ e il mullah Mansour, che molto probabilmente covava sotto la cenere da tempo.
A scatenare la faida è stata molto probabilmente la decisione di quest’ultimo di avviare a sorpresa dei colloqui di pace con il governo di Kabul il 7 aprile con gli auspici del governo pachistano. Non è un caso che qualche giorno prima del secondo round dei negoziati previsto a Murree, nei pressi di Islamabad, è piombata come un fulmine a ciel sereno la notizia della scomparsa del mullah Omar mandando a gambe all’aria i piani di Mansour e dei suoi sponsor, tra cui ci sarebbero i servizi segreti militati pachistani.