Un team di tecnici dell’università di Leeds stanno per lanciare “l’attacco” decisivo ai segreti della piramide di Cheope, l’unica superstite tra le meraviglie del mondo antico. L’arma segreta dell’equipe britannica, che lavora in partnership con il Consiglio Supremo delle Antichità egiziane, è un piccolo robot chiamato Djedi, ovvero come il mago che il faraone Cheope consultò durante la progettazione della piramide.
Suo sarà il compito di oltrepassare le porte che sigillano i condotti irradianti dalla Camera della Regina. E provare a svelare il mistero della loro funzione. ”Abbiamo lavorato su questo progetto per cinque anni”, ha detto all’Independent il professor Robert Richardson. ”Non abbiamo preconcetti. Il nostro compito è quello di raccogliere dati in modo che altri studiosi possano tirare le loro conclusioni”.
Nel 2002, infatti, una precedente spedizione usò una sonda per perforare una delle due porte di pietra poste a protezione dei due condotti che partono dalla Camera della Regina. Dietro il masso, a una distanza di circa 20 centimetri, comparve un’altra porta, questa volta simile a uno schermo. Ovvero l’ostacolo che Djedi è chiamato a sorpassare. ”Stabiliremo quanto è profonda questa porta e se si può perforare”, ha spiegato Richardson.
”Stiamo ultimando il robot in questi giorni e contiamo di spedirlo là sopra entro la fine dell’anno. Speriamo di ottenere tutte le informazioni necessarie a risolvere l’enigma”.