ROMA – La rinuncia di papa Benedetto XVI è valida, non è stata fatta per pressioni o complotti. E nella chiesa non esiste alcuna “diarchia” con lui e papa Francesco. E’ lo stesso Joseph Ratzinger a smentire quanto sostenuto, tra gli altri, da Antonio Socci sul Foglio. In una lettera alla Stampa il papa emerito ha spiegato che non c’è alcun dubbio sulla validità della sua decisione, e che se continua ad indossare l’abito bianco è solo per questioni pratiche, perché quanto prese la decisione non aveva altri abiti. Il papa è uno solo, Francesco, mentre quello emerito, cioè Ratzinger, ha il solo compito di pregare per il proprio successore.
Ratzinger risponde personalmente alle domande del quotidiano torinese con una lettera dal Vaticano intestata ‘Benedictus XVI, papa emeritus’ due giorni dopo aver ricevuto il messaggio della testata.
Ratzinger spiega:
“Non c’è il minimo dubbio circa la validità della mia rinuncia al ministero petrino. Unica condizione della validità è la piena libertà della decisione. Speculazioni circa la invalidità della rinuncia sono semplicemente assurde”.
Il giornale ricorda fra l’altro come la possibilità di dimettersi fosse tenuta in considerazione da molto tempo, e come Ratzinger stesso ne avesse parlato nel libro intervista del 2010 con il giornalista tedesco Peter Seewald. Poi ritorna sugli eventi che avevano preceduto lo storico gesto del papa tedesco.
Nella missiva alla Stampa, che ha in calce la sua firma autografa in una calligrafia minuta, Benedetto XVI risponde anche sul significato dell’abito bianco e del nome papale. E spiega:
“Il mantenimento dell’abito bianco e del nome Benedetto è una cosa semplicemente pratica. Nel momento della rinuncia non c’erano a disposizione altri vestiti. Del resto porto l’abito bianco in modo chiaramente distinto da quello del Papa. Anche qui si tratta di speculazioni senza il minimo significato”.
Infine una sottolineatura sulle parole di una sua lettera al teologo svizzero Hans Kung e da questi citate nelle scorse settimane in cui Benedetto esprime “identità di vedute e amicizia di cuore” a papa Francesco, il cui pontificato egli sostiene nella preghiera.
“Il professor Kung ha citato letteralmente e correttamente le parole della mia lettera indirizzata a lui”.
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