ROMA – Una è Hayat Boumeddiene, la 26enne compagna e complice del terzo terrorista islamico di Parigi, Amedy Coulibaly, sfuggita al blitz delle teste di cuoio. L’altra è Marisa S., 27 anni, italiana di Torre del Greco, in provincia di Napoli, poi trasferitasi a Milano dove ha sposato un marocchino che l’ha convertita e rinominata Fatima. Secondo le unità Antiterrorismo della polizia e il Ros dei Carabinieri, l’italiana si è unita ai nostri connazionali arruolati nelle cellule del terrore in Siria.
Sono loro le due donne della Jihad che in queste ore di allerta massima stanno tenendo sotto scacco le forze di sicurezza europee. Specie se si considera che le relazioni tra i protagonisti dei fatti di Parigi passavano anche attraverso le loro donne.
La caccia ad Hayat Boumeddiene è scattata dopo la sparatoria di Montrouge nella mattina dell’8 gennaio, nella quale il suo compagno Coulibaly ha ucciso a sangue freddo una poliziotta. Il giorno dopo si era asserragliato in un supermarket kosher della capitale, uccidendo 5 ostaggi e trattenendone altri 16, chiedendo la libertà per i fratelli Kouachi. Durante il blitz delle teste di cuoio francesi, lui è stato ucciso, ma lei non c’era. Secondo fonti giornalistiche sarebbe riuscita a confondersi tra gli ostaggi fuggiti.
Più difficile localizzare la sua potenziale omologa italiana. L’ultima volta Marisa S. è stata avvistata su un volo Roma-Istanbul, ma dalla Turchia sarebbe poi rientrata in Siria.
Intanto aleggia la paura di nuovi attacchi da parte di altri presunti affiliati della cosiddetta “filiera irachena” che intorno al 2005 arruolava potenziali jihadisti facendo base nel 19mo arrondissement parigino e dalla quale provenivano Cherif e Said Kouachi e Amedy Coulibaly.
Con la loro morte si è chiuso il capitolo di sangue durato 55 ore e cominciato con la strage nella redazione di Charlie Hebdo. Ma non si escludono nuove rappresaglie.
Il governo francese ha deciso di confermare ancora per il fine settimana il massimo livello di allerta antiterrorismo del piano Vigipirate in tutta l’Ile-de-France.
Il ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve, ha detto:
“Noi vogliamo mantenere l’alto livello di vigilanza del governo. Siamo esposti a rischi. È importante che il programma Vigipirate (il dispositivo di sicurezza antiterrorismo) sia rafforzato. Manteniamo tutti i dispositivi degli ultimi giorni, anzi li stiamo rafforzando nei confronti di alcune istituzioni e luoghi di culto. E’ stato deciso un primo dispiegamento di mezzi supplementari di 300 militari e affineremo il dispositivo”.