CILE, SANTIAGO DEL CILE – Due violente eruzioni a poche ore di distanza, una colonna di fumo e ceneri di 11 km di altezza che oscura il cielo fino alla Patagonia argentina, migliaia di evacuati e un’intera regione in massima allerta: il risveglio del vulcano Calbuco, inattivo dal 1972, sta seminando il panico da giovedì 23 aprile nel sud del Cile.
La prima eruzione del Calcubo – nella cosiddetta regione dei laghi, circa 1000 km a sud di Santiago – si è registrata alle 18.05 di ieri (le 23.05 in Italia) e la seconda, ancora più violenta, è iniziata poco dopo l’una del mattino (le 6 in Italia). Le spettacolari immagini diffuse dalla stampa e dai residenti della zona mostrano l’intensità del fenomeno. Il Calbuco è considerato uno dei tre vulcani più pericolosi fra i 90 che costellano il territorio cileno, e la sua riattivazione è risultata particolarmente drammatica. Gli spettacolari effetti nel cielo che sono stati ripresi di giorno e di notte anche da un drone. La colonna di fumo che si leva in cielo spandendosi e colorandosi di rosa, giallo e arancione è davvero uno spettacolo della natura, minacciosa e splendida.
Il ministro degli Interni cileno, Mahmud Aleuy, ha informato che un giovane alpinista che risulta finora disperso potrebbe essere stato la prima vittima della violenta eruzione. Si tratta di Waldo De Flores, un 21enne che si sarebbe trovato a poca distanza dal cratere del vulcano giovedi pomeriggio.
Aleuy ha detto he gli sforzi principali delle forze di sicurezza cilena sono concentrati nell’evacuazione della popolazione residente in un’area di 20 km intorno al Calbuco, nel timore di una possibile terza eruzione. Nel frattempo, le ceneri vulcaniche hanno raggiunto perfino la Patagonia argentina, dove la nota località turistica di Bariloche, come altre città della regione, vive in una semi penombra causata dalle dense nuvole scure che coprono il sole. La presidente Michelle Bachelet ha dovuto ritardare la sua partenza verso il sud del paese a causa della situazione meteorologica, che rende impossibile di sorvolare in aereo la zona.
Il risveglio del Calbuco è il terzo disastro naturale che Bachelet ha dovuto affrontare da quando ha assunto la presidenza, dopo le intense ed inusuali piogge che hanno colpito l’arido nord del Cile e l’eruzione del Villarica, nel marzo scorso. Gli esperti scientifici stanno ora monitorando la possibilità di effetti negativi dell’eruzione anche a largo raggio. Potrebbero prodursi piogge acide – la lava del Calbuco è particolarmente ricca in biossido di silicio- nonché smottamenti di neve al vertice del vulcano, che provocherebbero valanghe a valle e possibili inondazioni. Il timore degli esperti cileni è che si possa produrre una terza eruzione, che potrebbe risultare ancora più lunga e violenta della seconda. Nel frattempo, le forze di sicurezza hanno dato 20 minuti di tempo agli abitanti di Ensenada, la località più vicina al vulcano – a circa 5 km dal cratere – per evacuare le loro abitazioni, alcune delle quali hanno già subito danni a causa delle ceneri che si stanno accumulando sui tetti, e in alcune zone superano i 40 centimetri di spessore.
Per il momento, il livello di pericolosità si mantiene alto anche se l’attività è in declino. Nonostante ciò, 4.400 persone rimangono ancora fuori dalle loro case e molte città della zona sono state interamente coperte di cenere. Finora non ci sono stati morti e l’unica persona che mancava all’appello, un giovane scala ore di 21 anni, è stato trovato illeso dopo che aveva trascorso la notte in un bosco vicino al monte Calbuco. Le foto Reuters.
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