I cadaveri delle 235 persone morte venerdì sera nell’esplosione di un’autocisterna piena di benzina nel villaggio di Sange, in Congo, sono stati sepolti in fosse comuni. Lo si apprende da fonti locali concordanti. L’ultimo bilancio lo ha fornito il governatore della poverissima e insanguinata provincia di Sud Kivu, dov’è avvenuta la tragedia, Marcellin Chisambo: 235 morti e 105 feriti, diversi dei quali in gravi condizioni, che sono tuttora in ospedale a Bukavu (il capoluogo di provincia, 70 km più a nord) e Uvira.
Tuttavia la missione Onu in Congo (Monusco), che sabato insieme alla Croce Rossa ha svolto il grosse dell’opera di soccorso evacuando i feriti con gli elicotteri, parla di circa 200 feriti. Alcuni dei feriti, ha detto Chisambo, “sono già rientrati alle loro abitazioni”. La gente nella cittadina della tragedia, Sange, “è molto triste, gravemente traumatizzata e sta vivendo un forte stress”, ha dichiarato Emmanuel Umbwe, membro di una Ong locale.
Domenica a Bukavu è arrivato il ministro della Sanità e nel pomeriggio si recherà a Sange. La tragedia è avvenuta venerdì sera quando un’autocisterna con 49.000 litri di benzina si è rovesciata sulla strada per un incidente nel mezzo della cittadina, dove la gente era chiusa in casa e vedersi alla tv la partita dei Mondiali di calcio fra Ghana e Uruguay.
Diverse persone, come spesso accade in Africa in questo tipo di situazioni, si sono radunate attorno al mezzo per fare incetta della benzina che fuoriusciva. Poi l’esplosione, scatenata forse da una scintilla del motore o da una sigaretta, e la benzina incendiata ha creato una palla di fuoco che ha divorato decine di capanne di fango e paglia, bruciando viva la gente.