Daphne Caruana Galizia, la pista genovese sull’omicidio della giornalista a Malta

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Daphne Caruana Galizia, la pista genovese sull’omicidio della giornalista a Malta

GENOVA – Sono al momento 42 le piste aperte sull’assassinio di Daphne Caruana Galizia, la giornalista uccisa in un attentato lo scorso 16 ottobre a Malta. Le piste seguono i dossier che la giornalista aveva nel suo pc, nessuna di queste è sicura, ma ce n’è una che arriva dritta fino a Genova.

Secondo quanto riporta Marco Grasso sul Secolo XIX, prima di salire sulla sua auto imbottita di tritolo, la reporter aveva denunciato per minacce un familiare di Darren Debono, ex calciatore della nazionale maltese, finito in manette perché accusato dalla Procura di Catania di far parte di un’associazione criminale che contrabbandava petrolio dalla Libia in raffinerie controllate da Isis.

Scrive Il Secolo XIX la società coinvolta è la Maxcom Bunker che ha sede operativa a Genova e al cui vertice c’era proprio un manager genovese, Marco Porta, 48 anni.

Dalle carte dell’inchiesta che parla anche di rapporti tra i trafficanti di petrolio e membri di alcune famiglie mafiose siciliane, è anche emerso come lo stesso Debono più volte si sia recato a Genova per questioni di affari incontrando i suoi soci negli uffici della ditta. Ai domiciliari è finito anche un altro genovese Stefano Cevasco anche lui 48 anni addetto agli uffici commerciali. Daphne Caruana Galizia prima di venire uccisa aveva seguito proprio diverse inchieste sui trafficanti di petrolio.

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