ROMA – Divorziati risposati. “No Comunione”, Card. Brandmüller: “Sono 1% dei praticanti”. Considerato fra i leader del fronte curiale che si oppone alle aperture sacramentali per i divorziati risposati civilmente (oggetto del Sinodo straordinario), il cardinal Walter Brandmüller, 85 anni tedesco, ribadisce a La Repubblica i motivi per cui è contrario alle tesi dell’omologo Walter Kasper, promotore di un approccio più misericordioso e non punitivo da parte della Chiesa.
Sappiamo da tempo che le ferite della famiglia nella società di oggi sono molteplici e gravi. Proprio per questo non conviene concentrarsi soltanto sul problema dei divorziati civilmente risposati. In fine dei conti la loro cifra è proporzionalmente molto esigua. Si parla di circa l’1 per cento dei coniugi cattolici praticanti. Ciononostante, proprio quelle persone sono bisognose dell’aiuto pastorale.
Questo, però, non può consistere nell’ammissione al sacramento dell’eucarestia, perché la loro scelta di vita sta in continuo contrasto con la parola di Gesù, quel Gesù con cui la comunione è il più intimo incontro possibile. Non saprei come armonizzare quel “si” della comunione con il “no” della vita.
Inoltre ritengo che qualsiasi tentativo di aiutare persone in quella dolorosa situazione deve reggersi sulla verità della fede. Ogni autentica azione pastorale dev’essere dottrina, verità vissuta. (Paolo Rodari, La Repubblica)