ROMA – L’enciclica di Papa Francesco sul clima ha già provocato una burrasca dopo che il sito internet del settimanale l’Espresso l’ha pubblicata in anticipo di 3 giorni, violando l’embargo; il portavoce del Vaticano ha parlato di “correttezza giornalistica” non rispettata; un anonimo “Vatican official” citato dall’agenzia americana Bloomberg ha definito la pubblicazione un “atto odioso”. Il titolo dell’enciclica, “Laudato si'”, si ispira al cantico delle creature di san Francesco d’Assisi col Papa che dice che “l’uomo sta distruggendo la Terra“:
“Laudato si’, mi’ Signore”.
Il sottotitolo chiarisce che al centro dell’enciclica c’è “la cura della casa comune”. Se ne può dedurre un intento intensamente demagogico. Anche se da tempo preceduta dai sermoni televisivi di Adriano Celentano, l’enciclica era attesa da tempo, con la pubblicazione ufficiale fissata per le ore 12 di giovedì 18 giugno. Un ristretto numero di copie era stato distribuito in anticipo ai giornalisti accreditati in Vaticano per facilitarne i commenti. Dare documenti in anticipo con “embargo” fino a una determinata data è prassi comune nel mondo anglosassone, anche se in Italia talvolta può diventare un gesto azzardato. Presentando il documento, Sandro Magister ricorda che:
“Questa è la prima enciclica la cui paternità è tutta di papa Francesco, dato che la precedente, la “Lumen fidei”, pur da lui firmata, l’aveva ereditata quasi al completo dal suo predecessore Benedetto XVI”. Poi Sandro Magister ne sottolinea anche il valore di politica religiosa, per la vicinanza alle idee del “patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, autore di precedenti testi sulla cura del creato. A riprova di questa prossimità, Francesco ha voluto che a presentare la “Laudato si'”, il 18 giugno in Vaticano, intervenga anche il metropolita di Pergamo Joannis Zizioulas, considerato il più grande teologo vivente dell’ortodossia, in rappresentanza del patriarca Bartolomeo: primo caso nella storia di un’enciclica del papa di Roma presentata da un alto rappresentante di un’altra Chiesa cristiana”.
L’Espresso ha pubblicato lunedì on line in anticipo l’enciclica. La cosa ha irritato il Vaticano. Padre Lombardi ha criticato l’Espresso, ma c’è il mistero di questa definizione: “heinous act”, atto odioso, che è stata diffusa solo da Bloomberg attribuita non direttamente a padre Lombardi ma a un “Vatican official”, un personaggio importante del Vaticano.
L’enciclica, durante la sua preparazione, ha diviso il mondo cattolico, visto che alcuni sostengono che il pontefice dovrebbe lasciare la scienza agli scienziati. “Non ha importanza se è stato Papa Francesco, una volta che esci dal tuo campo, la fede e la morale, devi fare attenzione, soprattutto se ti addentri in argomenti molto specifici”, ha detto a Newsmax Bill Donohue, presidente di Catholic League, un’associazione cattolica americana conservatrice.
Gli ha fatto eco Peggy Noonan sul Wall Street Journal: “La scienza sul cambiamento climatico è fissata? E può una Chiesa, che fece un errore con Galileo 400 anni fa, fare un altro errore nel tentativo disperato di non ripetere il primo errore?”