TOKYO – Le centrali nucleari sono state il primo vero allarme in Giappone dopo il devastante sisma che ha squassato venerdì il nord-est in un Paese che ha ben 55 strutture: tutti gli impianti centrali dell’area colpita hanno avviato automaticamente la procedura di spegnimento, ma resta alta la tensione per i problemi di raffreddamento registrati nel sito di Fukushima, che hanno portato all’evacuazione precauzionale della zona su base volontaria.
Poco prima delle 23 italiane arrivano le prime, inquietanti conferme: a Fukushima, secondo quanto annunciato da Sky Tg24, le presenza delle radiazioni sarebbe 1000 volte sopra la norma.
Già in serata le autorità non avevano escluso la possibilità che si verificasse una piccola fuga radioattiva nella centrale. I primi numeri, però, fanno temere che non sia tanto piccola.
Le autorità locali hanno invitato i residenti dell’area, circa 3.000 in un raggio di tre chilometri dal sito di Fukushima, a lasciare temporaneamente le proprie abitazioni, e quelli nel raggio tra 3 e 10 chilometri a restare in casa, una mossa che sin dal tardo pomeriggio ha alimentato voci sul pericolo di fughe radioattive. Il governo, attraverso il segretario Yukio Edano, è intervenuto per rassicurare la popolazione, spiegando che l’invito all’evacuazione è stato rivolto su base precauzionale, non sussistendo rischi concreti di contaminazione radioattiva, e che la popolazione dell’area ha ”tutto il tempo per spostarsi con tranquillità in zone sicure”.
Erano complessivamente 11 i reattori nucleari attivi al momento della scossa, nelle prefetture di Miyagi, Fukushima e Ibaraki, e secondo le informazioni diffuse dal ministero dell’Industria in nessun sito sono state rilevate fughe di materiale radioattivo o danni di rilievo. Un principio di incendio a Onagawa (Miyagi) ha interessato le turbine, senza gravi conseguenze. Il premier Naoto Kan ha dichiarato lo stato di emergenza per l’energia atomica, un atto che anche in assenza di concreto pericolo permette alle autorità competenti di rafforzare velocemente le misure straordinarie di sicurezza. In serata è scattato l’allarme per i malfunzionamenti registrati nella centrale di Fukushima n.1, dove la procedura automatica per il raffreddamento dei reattori è stata interrotta a causa di un black-out elettrico.
L’interruzione delle operazioni di raffreddamento ha fatto scendere in modo significativo il livello di acqua necessario per ‘calmare’ i reattori appena spenti. I tecnici hanno fatto arrivare generatori di corrente supplementari e potrebbero rilasciare vapore radioattivo per far calare la pressione. Il premier, che sta visitando le zone colpite dal sisma, potrebbe recarsi alla centrale per un’ispezione, mentre il segretario di Stato Usa Hillary Clinton ha detto che gli Stati Uniti hanno fornito al Giappone ampie quantità di liquido di raffreddamento nucleare per le sue centrali.
L’allarme nucleare resterà ancora per giorni, forse, così come l’allarme nuove scosse. Impossibile prevedere ora quante ce ne saranno di nuove, quanto violente saranno. Impossibile ancora fare una stima totale di morti e danni. Qualche numero, sicuramente parziale, le autorità lo forniscono però. Il sisma che ha scosso la costa nordorientale del Giappone ha provocato almeno 330 morti, 531 dispersi e 627 feriti. Per l’agenzia Kyodo, invece, sarebbero almeno mille le vittime.
Le 5 prefetture coinvolte sono: Miyagi, Fukushima, Chipa, Iwate e Tokyo. 200-300 abitanti di Sendai (prefettura di Miyagi) sono stati ritrovati morti su una spiaggia. Circa 1200 case sono state travolte da un’ondata che in molti casi è arrivata ai 10 metri. Una diga ha ceduto nella prefettura di Fukushima, e delle case sono state travolte dall’acqua. Gli abitanti sono dispersi. Una nave di un’impresa navale del porto d’Ishinomaki, con un centinaio di persone a bordo, è stata travolta dallo tsunami nelle prefettura di Miyagi. Due treni sono dispersi, travolti dallo tsunami, con un numero per ora ancora sconosciuto di passeggeri a bordo. L’uno si trovava sulla linea Senseki, lungo la tratta Sendai-Ishinomaki, nella prefettura di Miyagi, l’altro in quella di Iwate.
Delle case sono state sepolte sotto una colata di fango. Alcuni fabbricati sono finiti inceneriti nella zona rurale più vicina all’epicentro. Una raffineria di petrolio è andata in fiamme a Iichihara, nella regione di Tokyo. Seimila abitanti della zona di una centrale nucleare sono stati evacuati nella prefettura di Fukushima, una delle più colpite dal sisma. Al centro di Tokyo, il tetto di un edificio è crollato nel momento in cui 600 studenti partecipavano a una cerimonia di consegna di diploma; il bilancio è stato di diversi feriti.
Almeno sei incendi sono stati segnalati nella capitale; complessivamente sono 80 gli incendi registrati nelle zone colpite. 4,4 milioni di abitazioni sono rimaste senza elettricità, nel nordest. I trasporti ferroviari aerei e stradali sono stati interrotti in tutte le province dell’est, così come a Tokyo dove milioni di lavoratori non possono rientrare a casa. La pista dell’aeroporto di Sendai è stata inondata.