Immigrazione: Cei, presto 200 milioni rifugiati ambientali

ROMA – Entro la meta' del secolo potrebbero toccare la cifra di 200 milioni i ''rifugiati ambientali'', in fuga dalle loro terre a causa di disastri naturali, desertificazioni, inquinamento, mancanza di acqua, cibo ed energia: persone di fronte alle quali diventa ancora piu' urgente l'atteggiamento di ''ospitalita''', vera ''misura concreta dello sviluppo umano''. E' quanto affermano i vescovi italiani nel messaggio per la sesta Giornata per la salvaguardia del Creato, che si celebrera' il prossimo 1/o settembre. Di fronte ai tanti immigrati che cercano di raggiungere l'Europa, quindi, i vescovi richiamano ancora una volta al dovere della solidarieta' e dell'accoglienza che e' di ogni uomo, ''senza mai respingere qualcuno dei propri fratelli''.
Nel testo, diffuso in questi giorni ed elaborato dalla Commissione Cei per i problemi sociali, il lavoro, la giustizia e la pace e da quella per l'ecumenismo e il dialogo, si sottolinea che ''in questa delicata stagione del mondo il tema dell'ospitalita' richiama con drammatica urgenza le dinamiche delle migrazioni internazionali, nel loro legame con la questione ambientale''.
''Sono sempre piu' numerosi, oggi – scrivono i vescovi -, gli uomini e le donne costretti ad abbandonare la loro terra d'origine per motivi legati, piu' o meno direttamente, al degrado dell'ambiente''. E' la terra stessa, infatti, ''che – divenuta inospitale a motivo del mancato accesso all'acqua, al cibo, alle foreste e all'energia, come pure dell'inquinamento e dei disastri naturali – genera i cosiddetti 'rifugiati ambientali''', un fenomeno ''che si caratterizza sempre piu' spesso per la portata globale, con migrazioni che interessano talvolta popoli interi, sospinti dagli eventi a spostarsi in terre lontane''. In questo processo, tra l'altro, ''gioca un ruolo non trascurabile il mutamento del clima, che attraverso la variazione repentina e non sempre prevedibile delle sue fasce, rischia di intaccare l'abitabilita' di intere aree del pianeta e di incrementare, di conseguenza, i flussi migratori''. Secondo le due Commissioni episcopali, ''per quanto sia possibile prevedere, non si e' lontani dal vero immaginando che entro la meta' di questo secolo il numero dei profughi ambientali potra' raggiungere i duecento milioni''.
In tale prospettiva, i vescovi esortano a ''educare all'accoglienza'', che significa ''coltivare un atteggiamento di gratitudine a Dio per il dono del creato'', quindi ''vivere personalmente la responsabilita' di rendere sempre piu' bella la creazione'', e inoltre ''divenire testimoni autentici di gratuita' e di servizio nei confronti di ogni persona umana''. La Giornata del 1/o settembre dev'essere, nell'auspicio della Cei, una ''occasione di un'ulteriore immersione nella storia, per ritrovare le radici della solidarieta', partendo da Dio, che creo' l'uomo a sua immagine e somiglianza, con il mandato di fare della terra un giardino accogliente, che rispecchi il cielo e prolunghi l'opera della creazione''.

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