TEHRAN (IRAN) – Safdar Rahmatabadiera, il numero due del ministero dell’Industria iraniano, è stato ucciso domenica (10 novembre) poche ore dopo la conclusione dei negoziati a Ginevra tra potenze occidentali e Iran sul programma nucleare di Teheran. Un mistero e una lunga scia di sangue, un elenco di omicidi le cui vittime potrebbero essere legate alla corsa nucleare di Teheran.
Tra il 2007 e l’inizio del 2012, infatti, cinque scienziati iraniani sono stati uccisi, alcuni mentre di recavano sul posto di lavoro. Gli uomini lavoravano tutti al controverso programma nucleare nazionale che per Teheran ha scopi civili ma che per i governi occidentali, Israele e le corti del Golfo nasconde invece un già avanzato potenziale militare. Tra i Paesi che più temono un Iran atomico c’è, naturalmente, Israele.
Scrive il corrispondete da Israele del Giornale, Rolla Scolari:
Se il tanto discusso attacco israeliano finora non è stato necessario, tra i due Paesi sarebbe già attiva una non provata guerra d’intelligence. Il regime degli ayatollah accusa infatti Israele e i suoi alleati occidentali d’essere dietro l’assassinio dei suoi scienziati nucleari, l’ultimo ucciso nel gennaio 2012 quando un motociclista sconosciuto ha fiancheggiato la sua Peugeot 405 e appoggiato alla carrozzeria dell’automobile una bomba magnetica. Israele non ha mai commentato questi fatti e gli Stati Uniti hanno sempre negato ogni coinvolgimento.