Nozze gay, dopo Usa sì anche dalla Nuova Zelanda. Ma non dall’Australia

SYDNEY – Anche il premier conservatore della Nuova Zelanda John Key, dopo l'espressione di supporto per i matrimoni gay del presidente Usa Barack Obama, ha rotto il silenzio sulla questione dichiarando di non essere contrario all'idea. Conferma invece il suo no la premier laburista australiana Julia Gillard.

In un comunicato diffuso oggi, il leader neozelandese ha detto di non avere alcuna obiezione personale ai matrimoni gay, ma ha insistito che la questione non rientra nei programmi di governo.

''E' possibile che a un certo punto il parlamento possa dibattere un disegno di legge individuale, ma non è nell'agenda governativa'', dichiara.

La Nuova Zelanda attualmente permette le unioni civili dello stesso sesso, che godono degli stessi diritti e obblighi del matrimonio tra coppie eterosessuali. Tuttavia molti nell'influente comunità gay vogliono ''uguaglianza di matrimonio'' e insistono che ogni altra forma di unione non assicura l'eguaglianza.

In Australia la premier Gillard, che si professa atea e non è sposata con il partner, ha ribadito la sua opposizione ai matrimoni gay. ''Ho preso la mia decisione e la mia posizione in materia è ben nota'', ha detto.

''E' una questione su cui le persone riflettono e formano la propria opinione, è una questione profondamente personale'', ha aggiunto.

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