CITTA’ DEL VATICANO – I primi passi di Papa Francesco rappresentano degli espliciti accenni verso una Chiesa povera. Rinunciare all’auto targata SCV 1, ossia la più importante del Vaticano, per una vettura più modesta, una berlina. Pagare il conto alla Casa del Clero, in via della Scrofa, “per dare il buon esempio”, ha spiegato Padre Lombardi. Andare a predicare nelle periferie, spostarsi dal centro. Sono i primi passi di Jorge Mario Bergoglio, Papa Francesco, passi che danno un segnale importante, come se la Chiesa stia cambiando, cercando di approdare ad una dimensione meno sfarzosa e più terrena. Gesti puramente simbolici ovvio. Poco cambia all’economia vaticana se il Papa sceglie un’auto che consuma meno e che costa quindi meno, o se decide di pagare di tasca propria. Ma l’effetto ammettiamolo, c’è.
Il suo predecessore, Benedetto XVI, da Pontefice, aveva criticato la messa in mostra dello sfarzo da parte della Chiesa e ora Papa Francesco è orientato sulla stessa linea. Lui che viene da una famiglia povera, che quando era in Argentina girava in autobus, che si prepara la cena da solo. Figlio di un immigrato italiano, ferroviere, cerca di orientare la Chiesa adattandola ad una sorta di austerity simbolica. Una spending review simbolica, fatta più di piccoli gesti che di tagli al personale insomma.
Simbolico anche il gesto delle periferie. ”Ci ha detto che l’evangelizzazione suppone zelo apostolico. E che bisogna uscire, andare verso chi ha bisogno, ad annunciare il Vangelo nelle periferie”, ha spiegato il cardinale Fernando Filoni. “Ci ha esortato a uscire da noi stessi, a non cedere a tentazioni di autoreferenzialità, ma ad andare verso i bisognosi, a portare un annuncio di gioia e di speranza verso tutte quelle realtà segnate dalla miseria materiale e spirituale”.
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