ROMA – Il Papa non va dipinto come superman o una specie di star perché “è un uomo che ride, piange, dorme tranquillo e ha amici come tutti, una persona normale”. Papa Francesco celebra il suo primo anno di pontificato con qualcosa di inusuale per un Papa: un’intervista.
Il pontefice si racconta in un colloquio con il direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli. Non è la prima volta: mesi fa aveva avuto uno scambio di lettere e riflessioni con Eugenio Scalfari su Repubblica.
“Mi piace stare tra la gente, insieme a chi soffre, andare nelle parrocchie. Non mi piacciono le interpretazioni ideologiche, una certa mitologia di papa Francesco – dice. – Quando si dice per esempio che esce di notte dal Vaticano per andare a dar da mangiare ai barboni in via Ottaviano. Non mi è mai venuto in mente”.
Francesco parla dei rapporti col suo predecessore, Joseph Ratzinger, sottolineando che “il Papa emerito non è una statua in un museo. È una istituzione”. “Benedetto – dice – è il primo e forse ce ne saranno altri. Non lo sappiamo. Lui è discreto, umile”, “abbiamo deciso insieme che sarebbe stato meglio che vedesse gente, uscisse e partecipasse alla vita della Chiesa”, “la sua saggezza è un dono di Dio”.
Un po’ come quella dei nonni, afferma, che “non meritano di finire in una casa di riposo”. Il pontefice riconosce a Ratzinger il merito di aver “aperto una strada” nei casi di abusi su minori, “tremendi perché lasciano ferite profondissime”. “La grande maggioranza degli abusi avviene in ambiente familiare e di vicinato – spiega Bergoglio. – La Chiesa cattolica è forse l’unica istituzione pubblica ad essersi mossa con trasparenza e responsabilità”, eppure “è la sola ad essere attaccata”. Il Papa afferma che il Vangelo condanna “il culto del benessere”. “L’attuale globalizzazione ‘sferica’ economica” produce un “pensiero unico”, “debole” perché “al centro non vi è più la persona umana, solo il denaro”.
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