ROMA – “Ma dove vanno quei due matti in contromano e senza cintura di sicurezza?”, gridavano allarmate le guardie del corpo di Papa Francesco. Ma i due matti in macchina, matti si fa per dire, erano proprio il Papa e don Renzo Zocca, parroco di Santa Lucia di Pescantina, che era alla guida. I due, dimostrando evidentemente di avere una guida alquanto sportiva, erano una vecchia Renault 4 bianca, targata VR779684, con 300 mila chilometri all’attivo e due adesivi della squadra di calcio dell’Hellas Verona sui finestrini. Auto regalata al Papa proprio da don Zocca.
Ma più che don Renzo Zocca è Papa Francesco a dimostrare una certa confidenza per i motori e una predilezione alla guida spericolata. Don Zocca infatti è sì alla guida ma all’obiezione del prete veronese, “Santità, qui non si può andare, è senso vietato”, il Papa aveva risposto: “Vai che qui si può, non passa mai nessuno”. Le guardie, colte di sorpresa, hanno rincorso l’automobile, mai vista prima da quelle parti, per qualche decina di metri. Poi hanno dovuto arrendersi e prendere fiato.
Alessandro Gonzato per Libero ci racconta come guida Papa Francesco:
Don Zocca racconta che Papa Francesco alla guida è disinvolto e molto sicuro. “Non ho dovuto insegnargli nulla perché, appena ha visto la Renault, mi ha detto che a Buenos Aires aveva un’auto uguale e che non l’aveva mai lasciato a piedi. E pure io, in tanti anni, non ho avuto problemi”. Don Zocca, che siamo andati a trovare nella sua canonica di Pescantina, rivive con intensa emozione l’attimo in cui ha incontrato il Pontefice, offrendogli la sua vecchia auto: “Mi ha abbracciato e sono scoppiato a piangere”.
Lo scorso giugno Bergoglio aveva detto che i papi, i cardinali, i vescovi, i preti e le suore, non devono avere auto lussuose perché la Chiesa deve essere povera e tali devono essere i suoi ministri. A tutti era rimasta impressa quella considerazione che equivaleva a un rimprovero rivolto a molti religiosi che hanno smarrito la strada dell’umiltà. Don Zocca, fondatore dell’Ancora Onlus, oltre ad essere parroco, è impegnato nell’assistenza dei più poveri e degli emarginati. Ha quindi subito rivolto uno sguardo dalla finestra alla sua Renault, vecchia di trent’anni, ma pulita, parcheggiata nel cortile della canonica. “Ecco la macchina del Papa, basterà far sostituire il motore, dargli una nuova vita, e poi sarà a posto, dato che la carrozzeria è ancora in ottimo stato, così come le gomme” si è detto, non immaginando che Bergoglio l’avrebbe accettata. E subito ha preso carta e penna: “Vostra Santità…”. Dopo avergli annunciato che gli voleva donare la vettura, ha ringraziato il papa per il suo discorso sul rinnovamento della Chiesa, che deve partire dalle periferie.
Al Papa, oltre all’auto, è stata consegnata una maglietta gialla realizzata da alcuni ragazzi delle comunità in cui opera Don Zocca, una di quelle t-shirt che il sacerdote vende per finanziare le sue opere di carità. “A quanto la vendete?” ha chiesto il Papa, interessato all’acquisto. “Chiediamo 5 euro” ha risposto il parroco. E il sommo Pontefice l’ha voluta pagare a tutti i costi, pure con un sovrapprezzo. Ha tirato fuori dalla tasca 10 euro e li ha consegnati al prete venuto da Verona. Don Zocca custodisce gelosamente la banconota nel portafogli.
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