ROMA – La Congregazione per la dottrina della Fede (l’ex Sant’Uffizio) bacchetta la Cei dicendo: siete troppo morbidi con i preti pedofili. Ovvero le norme sui preti pedofili sono troppo “leggere”, poco “incisive”, ma, soprattutto, prive della “obbligatorietà” di denuncia da parte del vescovo dei preti accusati di pedofilia o violenze sessuali. Le norme dal titolo “Linee guida per i casi di abuso sessuale nei confronti di minori da parte di chierici”, furono approvate dall´Assemblea generale della Cei lo scorso 21 maggio.
In caso di sospetti di pedofilia si prevede l’immediato avvio di indagini interne su preti sospettati di pedofilia o violenze sessuali su minori, processi canonici rapidi e riduzione allo stato laicale dei condannati. Ma quello che non piace all’ex Sant’Uffizio e non solo è che non si prevede l’obbligo di avvertire le autorità civili.
A tal proposito il vescovo Mariano Crociata, segretario generale della Cei, sostiene che il mancato inserimento dell’obbligatorietà di denuncia dei vescovi alle autorità civili “si deve al semplice fatto che la legge italiana non prevede tale obbligatorietà”.
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