CITTA’ DEL VATICANO – Non ci sarà una linea univoca, valida per tutti. Sulla comunione ai divorziati si deciderà caso per caso. E’ quello che hanno deciso i vescovi riuniti per il Sinodo sulla famiglia voluto da Papa Francesco. Dopo le votazioni sui 94 paragrafi è stato infine approvato il documento ufficiale che rappresenta il sunto dell’orientamento cattolico su temi etici.
In particolare il tema dell’ostia ai divorziati è stato particolarmente dibattuto: la proposta di lasciare la decisione ultima ai pastori è passata infatti con un solo voto di scarto, 178 voti a fronte dei 177 necessari per ottenere la maggioranza qualificata dei due terzi.
“La Relatio come ci è stata presentata stamattina tocca la questione dei sacramenti ai divorziati risposati non in diretto ma in obliquo, cioè dà i criteri fondamentali del discernimento delle situazioni”. Lo ha detto il card. Christoph Schoenborn commentando che questo è “il punto più importante, perché l’attesa di una risposta ‘sì o no’ è una falsa domanda, perché le situazioni sono talmente diverse”.
“Come ha spiegato il card. Cottier, che era il teologo di Giovanni Paolo II, nella intervista al direttore di Civiltà Cattolica padre Spadaro – ha aggiunto il card. Schoenborn – la definizione divorziati risposati è troppo univoca, perché le situazione sono talmente diverse che dobbiamo guardare da vicino, discernere e accompagnare le situazioni. Il documento finale dà i criteri non solo per l’accesso ai sacramenti ma anche per le situazioni che il catechismo della Chiesa cattolica chiama ‘irregolari'”.
Nel documento del Sinodo “non troverete molto sull’omosessualità, certi saranno delusi”, ha aggiunto Schoenborn nel briefing in Vaticano. “Il tema dell’omosessualità – ha annunciato il cardinale di Vienna – è toccato sotto l’aspetto della famiglia: se facciamo esperienza di un fratello, una sorella, uno zio, una persona che è omosessuale, come gestire questa situazione da cristiano”.
Il Sinodo in effetti ha solo sottolineato: “Ogni persona, indipendentemente dalla propria tendenza sessuale“, va “rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione”. In particolare il Sinodo chiede “una specifica attenzione anche all’accompagnamento delle famiglie in cui vivono persone con tendenza omosessuale”.
Un riferimento anche alle coppie di fatto. La Chiesa deve avere nei confronti delle coppie di fatto una attenzione perché possano essere “valorizzati quei segni di amore che propriamente corrispondono al riflesso dell’amore di Dio in un autentico progetto coniugale”.