PARIGI – Hanno fatto strage gridando “Allah è grande” e sono fuggiti. Un commando armato ha fatto irruzione nella redazione della rivista satirica francese Charlie Hebdo e ha ucciso 12 persone a colpi di kalashnikov. Altre otto persone sono rimaste ferite, di cui quattro in modo grave. I terroristi, tre uomini col volto coperto, sono poi fuggiti rubando un’auto. Nel pomeriggio di mercoledì c’è stata una caccia all’uomo in tutta la città, e la polizia ha fatto irruzione in due appartamenti, probabilmente serviti da rifugio per i terroristi in fuga. Poi in serata i killer sono stati identificati: i due uomini che hanno sparato sono due franco-algerini, di 32 e 34 anni, tornati in Francia quest’estate dalla Siria. C’è inoltre un terzo ricercato, un giovane “senza fissa dimora”, che potrebbe averli aiutati.
Il governo francese ha dichiarato lo stato di allerta per attentati terroristici in tutta la regione della capitale e ha dichiarato lutto nazionale per la giornata di giovedì 8 gennaio. Polizia e gendarmi sono stati schierati davanti a scuole, edifici pubblici e redazioni di giornali. In particolare è stata rafforzata la sicurezza alla sede parigina della casa editrice Flammarion, che ha pubblicato il libro di Michel Houellebecq in cui si immagina una Francia governata da un partito islamista. Proprio un ritratto dello scrittore era apparso mercoledì sulla prima pagina di Charlie Hebdo. Lo stesso Houellebecq è stato messo sotto scorta. L’allerta è arrivato anche in Italia, dove molte redazioni di giornali hanno visto aumentare i livelli di sicurezza.
Tra le vittime dell’attacco terroristico a Parigi ci sono il direttore della rivista e vignettista Stephane Charbonnier, in arte Charb, uno dei disegnatori più importanti del giornale, Jean Cabut, in arte Cabu, il celebre vignettista Georges Wolinski, molto famoso anche in Italia, e il suo collega Bernard Verlhac, in arte Tignous. In tutto sono morti otto giornalisti, uno dei poliziotti assegnati alla protezione del direttore Charb, un invitato alla riunione di redazione, un secondo poliziotto accorso dopo la sparatoria, un addetto alla portineria dell’edificio.
“La Francia è oggi sotto shock per un attentato terroristico, perché di questo si tratta. È terrorismo, non c’è dubbio. Esprimo tutto il mio cordoglio per le vittime, sia giornalisti che poliziotti”,
ha detto il presidente Francçois Hollande, annunciando che questo non è il primo attentato terroristico che la Francia si trova ad affrontare. Nelle ultime settimane, ha detto il presidente francese,
“diversi attentati sono stati sventati nelle scorse settimane. Dobbiamo reagire con fermezza, ma con uno spirito di unità nazionale. Dobbiamo essere compatti, mostrare che siamo un Paese unito. Siamo in un momento difficile: molti attentati erano stati evitati, sapevamo di essere minacciati perché siamo un Paese di libertà. (…).Le vittime dell’attacco a Charlie Hebdo, i feriti, le loro famiglie e chi è loro vicino sono oggi i nostri eroi. Questi uomini, questa donna, sono morti per l’idea che avevano della Francia, e cioè per la libertà”.
Anche Marine Le Pen, leader del Fronte Nazionale di estrema destra, da sempre critica nei confronti dell’immigrazione e dell’Islam, ha commentato duramente l’attentato:
“Bisogna dire basta all’ipocrisia e chiamare le cose con il loro nome: è una strage perpetrata dall’integralismo islamico”. Le Pen ha esortato tutti i francesi a schierarsi per “la difesa della libertà di stampa”.
OBAMA – Anche il presidente americano, Barack Obama, ha condannato “con forza l’orribile sparatoria negli uffici di Charlie Habdo”, e ha detto di aver dato direttive alla sua amministrazione affinché fornisca “ogni assistenza necessaria per contribuire a portare questi terroristi davanti alla giustizia”.
“La Francia è il più vecchio alleato dell’America ed è stata fianco a fianco agli Usa nella lotta contro i terroristi che minacciano la nostra comune sicurezza e il mondo”, ha ricordato Obama in una nota diffusa dalla Casa Bianca. “La Francia, e la grande città di Parigi dove è avvenuto questo oltraggioso attacco offrono al mondo un intramontabile esempio che rimarrà ben oltre la visione di odio di questi assassini”.
CAMERON E MERKEL – ”Questo è un attacco contro i valori a noi più cari, la libertà di stampa, la libertà in generale e la dignità umana”, ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel in una dichiarazione congiunta sulla strage di Parigi con al fianco il premier britannico David Cameron all’inizio del loro incontro a Londra. Cameron ha aggiunto che siamo di fronte a uno ”sconvolgente attacco terroristico”.
NAPOLITANO – “Desidero esprimere la mia più ferma condanna nei confronti di un gesto vile ed esecrabile, che non colpisce semplicemente un giornale, ma uno dei pilastri sui quali si basa la nostra civiltà, la libertà di stampa“: così il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio all’omologo francese, Francois Hollande. “Nella lotta contro il fanatismo, il terrorismo e tutte le forme di odiosa violenza nei confronti di cittadini inermi, la Francia potrà sempre contare sulla vicinanza e la fattiva collaborazione dell’Italia. In queste ore difficili, giungano a lei, a tutta l’amica nazione francese ed in particolare ai familiari delle vittime i sentimenti di partecipe vicinanza di tutto il popolo italiano e miei personali”.
RENZI – “Siamo tutti francesi”: il presidente del Consiglio, che in pomeriggio è andato all’Ambasciata di Francia ad esprimere il cordoglio proprio e del governo, ha citato John F. Kennedy e il suo discorso alla porta di Brandeburgo a Berlino. “Il tentativo di colpire un simbolo di libertà è un gesto di orrore senza fine e l’Europa intera ha il dovere di reagire” ha detto il premier, dovremo riprendere una iniziativa esplicita come Paese e come Unione europea”.
FNSI – Solidarietà ai giornalisti di Charlie Hebdo arriva anche dalla Federazione Nazionale della Stampa, che, insieme ad Articolo 21, ha indetto una fiaccolata di solidarietà contro “il vile atto terroristico nei confronti dei colleghi francesi di Charlie Hebdo e dei poliziotti massacrati” giovedì pomeriggio a Roma. L’appuntamento alle 18 nei pressi dell’Ambasciata di Francia, angolo via dei Baullari.
LA CRONACA – Erano passate le 11:30 del mattino nella redazione di Charlie Hebdo, già in passato più volte minacciato dai jihadisti per le vignette satiriche contro l’Islam. Il settimanale aveva pubblicato sul proprio profilo Twitter una vignetta contro Abu Bakr al-Baghdadi, leader dell’Isis.
Verso mezzogiorno un commando di tre persone incappucciate e armate di kalashnikov ha fatto irruzione nella redazione, gridando:
“Vendicheremo il profeta Maometto, a morte Charlie Hebdo “.
I tre hanno poi aperto il fuoco contro i dipendenti. Almeno 12 i morti, tra cui due poliziotti, e 5 i feriti, secondo un primo bilancio. I giornalisti che sono riusciti a fuggire sui tetti hanno ripreso le tragiche scene: la sparatoria e la violenta fuga, nascondendosi dietro i parapetti dei tetti su cui avevano trovato rifugio ma continuando a riprendere la scena.
Gli attentatori poi sono fuggiti aggredendo un automobilista e rubandogli l’auto. La polizia ha organizzato posti di blocco in tutta Parigi per dare la caccia ai terroristi. L’auto è poi stata ritrovata per strada nel 19° arrondissement di Parigi, estremità nordest della città. Secondo altri media online, gli uomini in fuga avrebbero assalito un altro automobilista in quell’area.
Ora la Francia ha paura di nuovi attentati e il primo pensiero è per le scuole, che sono state blindate: a Parigi è stato vietato di parcheggiare vicino alle scuole e tutte le attività extrascolastiche come gite fuori dagli istituti sono sospese.
Probabilmente significativa coincidenza l’ultima copertina del settimanale portava la foto di Michel Houellebecq, il cui ultimo libro “Sottomissione” racconta di una futuribile Francia sottomessa all’Islam da un presidente musulmano.
Charlie Hebdo, conosciuto come “Charlie”, è un settimanale satirico senza pubblicità, più volte finito nel mirino dei fondamentalisti islamici per aver pubblicato vignette su Maometto. Il giornale uscì in edicola per la prima volta nel 1970, ispirato a Charlie Brown e sulle ceneri di ‘Hara Kiri Hebdo’, censurato dopo la clamorosa prima pagina il giorno dopo la morte del generale De Gaulle: “Ballo tragico a Colombey, un morto”. Il giornale ha un successo straordinario che dura per qualche anno, fin quando le cause in tribunale non gli rendono la vita impossibile.
Abbandonato da molti lettori, chiude nel 1981 dopo 580 numeri. Ricompare nelle edicole 11 anni dopo con ispirazione libertaria e populista, e più volte si scontra con le gerarchie religiose, non soltanto quella musulmana. Le prime caricature di Maometto risalgono al febbraio 2006, 400.000 copie vendute e un attentato di matrice islamica.
A fine 2011, la redazione viene completamente distrutta da un incendio doloso e il sito del giornale piratato dopo un numero speciale denominato ‘Sharia Hebdo‘. Temporaneamente, la redazione si trasferisce nei locali del quotidiano Liberation, per poi migrare in nuovi locali. Ancora nel settembre del 2012, la sede fu blindata dalla polizia dopo le minacce per la pubblicazione di vignette ispirate al film anti-islam “L’Innocenza dei musulmani” che all’epoca stava infiammando il mondo islamico. Charlie Hebdo ha una tiratura media settimanale di 100.000 copie, con 15.000 abbonati.
Al momento dell’irruzione i due assalitori gridavano “Allah akbar”. Lo testimoniano le immagini girate dal giornalista Martin Boudot, trasmesse da France Televisions: