A Times Square si infuoca il duello tra cowboy e cowgirl.
Lui è Robert John Burck, quarantenne di German Town, un sobborgo nei pressi di Cincinnati, Ohio ma tutti a New York lo conoscono come “Naked Cowboy” (il cowboy nudo). Burck da dodici anni si esibisce in slip, stivali e cappello intrattenendo turisti e passanti con ritmi country.
Lei è Sandra Brodsky, in arte Sandy Kane, cinquantenne del New Jersey, decisamente meno in forma del rivale, ma con una carriera da stripper alle spalle – il suo pezzo forte era il gran finale col seno in fiamme – e ancor oggi protagonista dei cabaret newyorchesi. Vittima della crisi come molti colleghi, Sandy arrotonda esibendosi a Times Square con chitarra, stivali e bikini a stelle e strisce, usando il nome d’arte di “Naked Cowgirl”.
Un affronto per Robert, che in passato ha già dovuto respingere le insidie provenienti da concorrenti e imitatori. Del resto in ballo non c’è solo il controllo di Times Square o i biglietti di piccolo taglio infilati negli slip al termine delle esibizioni, ma la tutela di un giro d’affari milionario. Grazie a mutande e chitarra, il cowboy nudo ha realizzato una vera fortuna collaborando con etichette discografiche, sponsor e media e realizzando una linea di abbigliamento intimo con i colori della bandiera americana. Per sopravvivere nel far west di Times Square, John ha fatto della parola “naked” un marchio protetto che può essere sfruttato solo per concessione: “Times Square è grande abbastanza per una decina di Naked Cowboy e Cowgirl – dice Robert Burck -. Ma io sono il primo, l’originale, gli altri devono rispettare le regole o questa piazza diventerà un far west”.
“Il blitz della Brodsky rappresenta una violazione del trademark – spiega invece Todd Rubenstein, avvocato del Cowboy -. Abbiamo tentato di risolvere la cosa amichevolmente attraverso un accordo di franchising, come accaduto in passato, ma lei non ne ha voluto sapere”.
Così dalla piazza si è passati ai tribunali: “L’uso del Naked Cowgirl è in sostanza identico a quello del Naked Cowboy e rappresenta una violazione”, spiega l’ingiunzione inviata da Burck alla rivale, con la minaccia di chiedere un risarcimento di 150 mila dollari se continuerà a sfruttare il marchio naked. “Lo ritenevo un amico, dovevamo anche esibirci assieme – dice la donna, che non pensa certo a lasciare il bikini a casa -. Come fai a mettere un trademark alla parola naked? Io sono sempre stata nuda”.
La lunga strada verso il successo dell’ultimo cowboy newyorchese inizia con alcune apparizioni su “Playgirl”, passa per alcune comparsate tv dove conquista la simpatia degli agenti pubblicitari che lo ingaggiano per uno spot di Chevrolet. Tra festival e concerti la sua popolarità cresce vertiginosamente e a Times Square in migliaia attendono in fila pur di scattare una foto al suo fianco.
È la musica a fare però la sua fortuna: il “naked” repertorio varia dal country al blues, dall’hard rock agli stornelli natalizi. I contratti arrivano con la Audible.com e poi con la Sony, che lo sceglie per realizzare una versione modificata di alcuni brani.
Il suo conto in banca diventa a sei zeri grazie anche a una causa che lo vede sfidare il gigante del cioccolato Mars per plagio a causa di una pubblicità nella quale le noccioline M&M’s sono vestite con gli abiti del cowboy e cantano una canzone simile alla sua. Burck si interessa anche di politica, vota repubblicano e nel 2009 sfida Michael Bloomberg alle elezioni comunali, salvo poi ripensarci alla vigilia delle primarie.
Nella sua carriera Burck si è già trovato a che fare con una cowgirl, Louisa Holmlund, una giovane studentessa che per pagarsi gli studi si esibiva in minibikini e chitarra, sempre a Times Square. Lei ha deciso di pagare per diventare ufficialmente Naked Cowgirl: cinquecento dollari al mese o cinquemila l’anno.
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