NEW YORK, STATI UNITI – E’ naufragato in meno di un mese e mezzo l’innovativo sistema progettato per chiamare un taxi a New York col semplice click di una app da smarthphone: la società che la aveva creato, la Uber, ha gettato la spugna, citando “ostacoli e blocchi” imposti dai regolamenti e dalle consuetudini in vigore nella Grande Mela.
Al centro delle polemiche, sorte sin dall’avvio del nuovo servizio, riferisce il New York Times, c’è la regola che vieta ai taxi di accogliere passeggeri per corse prestabilite. La app, chiamata ‘ZabKab‘, disponibile sia per Apple sia per Samsung Android, sfrutta la tecnologia Gps per aiutare gli utenti a rintracciare una vettura gialla nel giro di cinque isolati dalla loro posizione.
Le richieste da parte dei passeggeri sono state numerose, ma le ditte e i proprietari di taxi hanno in massima parte rinunciato ad utilizzarla nel timore di incorrere negli strali della ‘Taxi and Limousine Commission’. Per trovare un taxi, i newyorkesi dovranno pertanto continuare ad alzare il braccio: un gesto che del resto da sempre per gli abitanti della metropoli fa parte delle più consuete abitudini quotidiane.
L’amministratore delegato della Uber, Travis Kalanick, ha dichiarato che nelle scorse sei settimane 160 tassisti newyorchesi hanno usato il sistema, incluso uno di essi che in una sola giornata ha aumentato le sue entrate di 168 dollari. Affatto scoraggiato dal diniego di New York, Kalanick ha detto che l’app per chiamare taxi continuerà ad esistere “in città innovative e disponibili”, incluse Boston e Toronto.