Usa. Bufera su psicologi, collaborarono in segreto con Bush su torture

La tortura del waterboarding
La tortura del waterboarding

USA, WASHINGTON – L’Associazione degli psicologi americani nell’occhio del ciclone. Dopo l’11 settembre ha collaborato segretamente con l’amministrazione Bush per rafforzare le giustificazioni etiche e legali alle torture a cui sono stati sottoposti i prigionieri catturati nella guerra al terrorismo. La denuncia e’ contenuta in un rapporto di 542 pagine stilato dall’ex assistente procuratore americano David Hoffman.

Un rapporto dettagliato che punta il dito contro l’associazione e la sua dirigenza, vendicando gli psicologi dissidenti che nel corso degli anni avevano denunciato, senza successo, i fatti. Gli effetti del rapporto shock non sono ancora chiari. In molti prevedono la caduta di molte teste ai vertici dell’associazione degli psicologi, che ha ripetutamente negato ogni suo coinvolgimento.

Oltre alle accuse per violazioni etiche, il rischio e’ anche quello di accuse penali contro i singoli individui per il loro coinvolgimento nelle torture. Le conclusioni del rapporto sono chiare: alcuni nel vertice dell’associazione degli psicologi si e’ prodigato per far si’ che le norme etiche fossero in linea con le politiche di interrogatorio del Dipartimento della Difesa.

A questo si aggiunge che molti psicologi hanno aiutato direttamente la Cia nell’ambito del programma di torture, tutelandola dalle critiche crescenti anche all’interno della Cia stessa: gli psicologi – secondo il rapporto – hanno collaborato in modo talmente stretto da aiutare a definire a attuare le tecniche di tortura, anche il waterboarding.

Il legame diretto, una vera e propria ‘collusione’ – come la definisce il rapporto – fra l’American Psychological Association (Apa) e la Cia e il Pentagono e’ importante, perche’ ha consentito al Dipartimento della Giustizia di argomentare, in segreto, che il programma era legale e non rappresentava una tortura proprio perche’ sottoposto alla sorveglianza di professionisti della salute.

L’accusa che arriva all’Apa riapre il dibattito sul contestato programma americano, sommerso dalla critiche nel 2004 con la pubblicazione delle foto di abusi nel carcere di Abu Ghraib in Iraq.

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